Quattro giornalisti italiani sono stati rapiti nel nord della Siria. La Farnesina ha fatto sapere di aver attivato subito l’unità di crisi e di essere in contatto con i familiari”, invitando al “massimo riserbo”.
Secondo le ricostruzioni circolate tra i colleghi e sui social network, nella mani dei rapitori sarebbe caduta una troupe de ‘La storia siamo noi’, il programma condotto da Giovanni Minoli, scrive La Repubblica.
I rapiti, un reporter della Rai e tre free lance, erano impegnati in riprese nei villaggi poco oltre il confine tra Turchia e Siria. Secondo il quotidiano, a catturarli potrebbe essere stato un gruppo di ribelli anti-Assad, Jabbat Al Nusra, “fazione islamica più radicale, considerata dagli analisti una vera e propria rappresentanza locale di Al Qaeda”, scrive La Repubblica
La preoccupazione dell’Ordine dei giornalisti
Il presidente dell’ordine dei giornalisti (Odg) del Lazio, Bruni Tucci, e il presidente del Cnog (Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti), Enzo Iacopino, manifestano preoccupazione per il fermo di quattro colleghi nel nord della Siria e invitano tutti i giornalisti ad occuparsi della vicenda tenendo conto dei rischi della situazione. Il fermo è avvenuto in un’area nella quale operano gruppi politici che hanno sensibilità diverse da quelle occidentali ed è per questo doveroso evitare di fornire particolari che possono essere interpretati negativamente per i 4 colleghi ai quali, tutti, va la solidarietà dell’Ordine dei giornalisti.
La Rai: “Si mantenga un responsabile silenzio stampa”
In relazione alla vicenda dei 4 giornalisti fermati in Siria, la Rai, in linea con l’invito al massimo riserbo formulato dall’Unità di crisi della Farnesina a tutela dei connazionali coinvolti, si appella alla sensibilità di tutti i giornalisti della carta stampata, delle radio delle televisioni e del web affinché venga mantenuto un responsabile silenzio stampa. Notizie sommarie o imprecise potrebbero nuocere all’incolumità dei colleghi, nostra unica priorità.