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Renzi premier. Sì, ma non a questo giro

Matteo Renzi, Presidente del consiglio. Per molti, sembra soprattutto essere una questione di tempo. E così, in queste ore concitate, c’è anche chi si interroga sull’opportunità che Napolitano gli affidi subito la guida del governo, per mettere in pratica le idee dei saggi (e anche qualuna dei partiti).

L’idea può suonare affascinante: aria fresca dopo la brutta, bruttissima prova di sé che hanno dato i leader dei partiti in Parlamento, soprattutto a sinistra. Con un ricambio generazionale da tanti invocato e che dovrebbe passare per il guizzo dell’ottantasettenne Napolitano.

Tutto torna? Mica tanto. Perché una chiamata oggi sarebbe un bel trappolone per il sindaco di Firenze, che certo farebbe fatica a giustificare in modo credibile un rifiuto, ma che accettando si metterebbe in una situazione davvero difficile.

Provare ad attuare le riforme (quali, poi?) con una maggioranza simile a quella del governo Monti sarebbe un rischio, soprattutto coi grillini in Parlamento e tanti compagni di partito pronti a rivelarsi meno simpatetici di gran parte del centrodestra. Renzi finirebbe per perdere il consenso dei cittadini su scelte delicate, che avrebbero bisogno di una chiara legittimazione da parte delle urne.

Davvero un brutto affare per Matteo Renzi, che finirebbe per bruciarsi insieme alla generazione che dovrebbe consegnare una volta per tutte ai libri di storia. E un brutto affare anche per il Paese, che perderebbe l’opportunità di avere un leader credibile per il centrosinistra. Se Renzi ha da governare, lo faccia dopo aver vinto le elezioni: per il bene di (quasi) tutti.

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