Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Come e chi indicare al Quirinale. Parla Boccia (Pd)

No a Rodotà perché avrebbe aperto il tavolo del governo con i grillini, osserva il deputato democratico Francesco Boccia, “lettiano” (sponda Enrico) che, pur dando appuntamento a un congresso vero che sciolga i nodi futuri del Pd, ribadisce la strada da seguire in questo momento: dare un Capo dello Stato al Paese scegliendo uno dei due blocchi alternativi al Pd. Che non è quello a cinque stelle. E ripescando, velatamente, il nome di Giuliano Amato.

Macerie Pd. Renzi con Monti, Barca con D’Alema: uno schema ipotizzabile?
No, perché non lo vedo in linea con ciò che sta accadendo in queste ore, lo dico conoscendo bene il mio partito. Intanto eleggiamo il capo dello Stato e poi senza dubbio un congresso: importante e vero. Noi non abbiamo proprietari né padroni di marchi, quindi sarà un’assise utile al Pd e al Paese. Prevedo grandi rimescolamenti.

L’ex sindacalista Giorgio Benvenuto da queste colonne ha detto che nemmeno nella Prima repubblica i candidati al Colle erano mandati allo sbaraglio così come Bersani ha fatto con Marini e Prodi: solo colpa del cerchio “del tortello” che gravita attorno al segretario?
Quando accadono cose simili è evidente che chi guida deve essere responsabile e corretto e Bersani lo ha dimostrato. Facile sparare, dopo, sul pianista. Prima non lo fa mai nessuno, con grande ipocrisia e con una certa dose di finzione. Quando non sono d’accordo su qualcosa io lo dico sempre prima, poi siccome il partito è una casa comune, anche quando non si è d’accorso ci si attiene alla scelta della maggioranza. E’ evidente che se sono accaduti alcuni fatti è perché sono stati commessi degli errori, altrimenti non sarebbe andata così. Ma sono temi che dovranno essere sviscerati in un’analisi congressuale successiva, quando valuteremo le responsabilità oggettive: ne vedo solo una non di Bersani, probabilmente dell’intero Pd.

Ovvero la gestione post elettorale?
Dal 26 febbraio sarebbe stato necessario operare una scelta netta, che non è stata fatta, nonostante non fosse a cuor leggero, perché il Paese si è consegnato in questi termini: o si mettevano insieme tutti, e il no intransigente di Grillo non doveva essere consentito. Oppure si faceva una scelta, con uno degli altri tre blocchi. Non si è mai verificato nella storia della Repubblica che ci fosse l’attuale straordinaria tricomposizione, e Bersani si è trovato a doverla gestire. Con nessuno dei tre autosufficiente. La riflessione da fare adesso è: con chi assumersi la responsabilità per guidare processi politici difficilissimi?

Forse con chi propone la Cancellieri come nome gradito a due blocchi su tre?
Non c’è solo l’attuale ministro dell’interno, sul piano delle figure istituzionali vedo molti nomi spendibili. Ma non è un problema di nomi, bensì di scelta, di dialogo e di impegni da assumere un attimo dopo per il paese. Le forze politiche dovrebbero scegliere consapevolmente.

Escluso a priori l’accordo con i grillini su Rodotà?
Al pari di Giuliano Amato, tanto per dirne una, ha un eccellente curriculum e anche esperienze politiche: appartengono alla stessa generazione. Mentre Amato in questi giorni, pur essendo stato candidato da alcuni gruppi parlamentari (ma fino ad oggi non dal Pd), non ci ha mai dato lezioni di diritto e non ha mai avuto la presunzione di dirci cosa sarebbe stato giunto fare, lo stesso non ha fatto Rodotà. Lo capisco, ma come me tanti altri parlamentari, serve poi rispondere ai propri elettori. Rodotà, suo malgrado, ci porta ad un’alleanza col M5S. Con chi ci vuole fuori dall’euro, con chi non vuole che si ripaghino i titoli di Stato, con chi intende lasciare le missioni internazionali, con chi vorrebbe uscire dalla Nato, io l’alleanza non la faccio. Questo è un tema da congresso.

Qualcuno punta a prescindere da tali valutazioni?
Non si comprende che così si innescherebbe una mutazione genetica. E non voglio giustificare nessuno, perché che il Pd abbia commesso grossi errori è evidente. É mancato il consenso su alcune figure e chi ha condotto quel percorso se ne è assunto la responsabilità. Se mi si dovesse dire di votare Rodotà per poi fare un’alleanza con Grillo, cedere il nostro patrimonio culturale e non costruire più infrastrutture, beh io evidentemente in quel partito sarei all’opposizione ma sempre contrario a questa idea.

twitter@FDepalo

×

Iscriviti alla newsletter