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Rodotà e Cancellieri eccellenti candidati ma…

Stefano Rodotà è un giurista e un intellettuale di chiarissima fama, è stato deputato e parlamentare europeo, ha guidato un’Autorità indipentente. È un uomo che conosce le istituzioni.

Annamaria Cancellieri, allo stesso modo, ha servito in tutta la sua vita la Repubblica italiana. Ha svolto la sua carriera nel ministero degli Interni divenendo Prefetto e infine titolare del dicastero in piazza Viminale.

Entrambi hanno profili specchiati e certamente sarebbero fedeli al dettato della Carta costituzionale. Se, quindi, i cittadini possono essere tranquilli da questo punto di vista, è giusto che i grandi elettori si pongano un interrogativo in più.

Il Capo dello Stato non deve riflettere un equilibrio politico o essere anticipatore di un ipotetico (e quanto mai improbabile) governo. Il Presidente della Repubblica ha due compiti: il supremo è il rispetto della Costituzione, il secondo è rappresentare l’Italia all’estero.

Quest’ultimo aspetto ha assunto nel tempo una dimensione strategica fondamentale. Se a questo aggiungiamo la coincidenza storica non favorevole di una instabilità politica e di governo, ecco come l’uomo (o la donna) del Colle diviene un punto di riferimento imprescindibile tanto nella difesa quanto nella promozione dell’interesse nazionale, tanto in patria quanto sullo scacchiere internazionale.

Sia Rodotà che Cancellieri potrebbero manifestare questa sensibilità e capacità, tuttavia questa propensione alle relazioni diplomatiche ed economiche non emerge con chiarezza dai loro curriculum.

Gli ultimi due presidenti, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, sono stati un fulgido esempio di come, in questo senso, poteva e doveva essere interpretato il mandato al Quirinale.

Siamo in un periodo di grandi turbolenze (euro, crisi dei Marò, primavere arabe, missioni internazionali): i partiti, i grandi elettori devono sapere che sono chiamati a fare una scelta per il Paese e non per il loro tornaconto politico. Speriamo bene.

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