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I piccoli azionisti di Telecom danno l’ok a Li Ka Shing (ma con l’Opa)

Dopo i contrasti nel cda di Telecom sulla possibilità di passare il controllo del gruppo presieduto da Franco Bernabè al colosso del tycoon di Hong Kong, Li Ka Shing, ad alzare la voce sono i piccoli azionisti. Nessuna pregiudiziale verso i cinesi di Hutchinson Whampoa purché facciano un’Opa volontaria parziale delle azioni di Telecom Italia fino al 30% del capitale, a un prezzo di 1,1-1,2 euro per azione. E’ quanto dichiara Asati, l’associazione che raccoglie i piccoli azionisti del gruppo di tlc.

Un’opportunità per Telecom

“Va riconosciuto al Gruppo Hutchinson Wampoa – spiega l’associazione presieduta da Franco Lombardi – il forte impegno in Italia nelle telecomunicazioni: ha dedicato importanti risorse ed ha accettato bilanci in perdita. Di principio non esiste una pregiudiziale indotta da un paventato pericolo ‘giallo’. La si veda invece come una importante opportunità”.

Le chiacchiere sull’italianità

“L’alternanza degli azionisti di riferimento, dalla privatizzazione in poi, sbandierati a difesa dell’italianità e supportati da politici incauti, ha creato il disastro attuale – rileva Asati – Il 55% del capitale attuale della società è già all’estero, in un mercato globale dove il Pil dell’Europa nel 2030 sarà il 7% del Pil mondiale ancora si parla di italianità!”.

“Perché un azionista asiatico deve essere visto come un pericolo? – conclude Asati – Importante è fissare le regole, una governance ed un percorso che noi abbiamo indicato a tutela di tutti gli azionisti e del Paese”.

 

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