Le parole possono pesare come piombo. Chiunque fa politica dovrebbe riflettere almeno un po’ prima di fare affermazioni pubbliche.
Il 25 aprile poi non è un giorno qualunque ma quello in cui il Paese ricorda e festeggia la Liberazione, la resistenza.
Quella del fascismo in Italia è stata una pagina infame di cui è giusto avere memoria per evitare di cadere in nuove trappole, in forme magari innovative di dittatura.
In una giornata come questa e in un momento di grande difficoltà per i cittadini, c’è chi non perde occasione di buttare benzina sul fuoco.
Nichi Vendola ha paragonato gli esponenti del Pdl ai fascisti e Beppe Grillo, per non essere da meno, ha spiegato che il 25 aprile sarebbe morto con la indicazione di Enrico Letta come premier.
Avversare il centrodestra e non essere favorevole a un governo ci sta tutto così come esprimere idee antagoniste. È la democrazia, bellezza.
Seminare odio civile è però cosa ben diversa che poco o nulla ha a che fare con la democrazia ed i valori della Costituzione.
Usare la storia, anche le pagine più tragiche, per offendere chi la pensa diversamente è politicamente ignobile.
Vendola e Grillo con le loro uscite offendono il sacrificio di tanti antifascisti che hanno combattuto, e talvolta sono morti, per una causa ben più nobile e seria della campagna elettorale di Sel e M5S.