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Venezuela, sette morti nelle proteste per il riconteggio dei voti

In Venezuela le contestazioni per i risultati elettorali mantengono alta la tensione. Nelle ore successive al risultato elettorale, il leader dell’opposizione Henrique Capriles ha nuovamente sottolineato quello che rimane il suo scopo: ottenere un riconteggio “voto per voto” dei quasi 15 milioni di schede elettorali raccolte alle urne durante le elezioni presidenziali della scorsa domenica, e che hanno dato la vittoria al suo avversario, Nicolas Maduro, per un margine di poco più di 200.000 voti.

Il governatore di Miranda ha annunciato la sospensione del grande corteo di protesta organizzato per oggi a Caracas, e con il quale si sarebbe raggiunta la sede del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne). Capriles ha dichiarato di avere avuto informazioni attendibili secondo le quali il governo avrebbe voluto infiltrarsi nel corteo per generare disturbi e quindi spostare l’attenzione del paese su tali episodi invece di parlare del riconteggio dei voti.

La decisione di Capriles ha attenuato, almeno per il momento, l’escalation di violenza al quale si assistito durante le ultime 24 ore e che ha provocato almeno sette morti e 61 feriti in cinque stati, secondo i dati diffusi dall’Ufficio del Procuratore generale.

Nicolas Maduro, proclamato presidente eletto del Venezuela dal Consiglio Elettorale Nazionale (Cne), apparso tre volte al giorno in televisione e nelle stazioni radio del paese. “Rivoluzione, rivoluzione e rivoluzione”, quanto ha promesso per il suo governo, che dovrà fare il consueto giuramento davanti all’Assemblea nazionale venerdì prossimo.



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