Anche se determinante, non è solo l’appoggio militare di Russia, Iran ed Hezbollah a tenere in piedi il regime di Bashar al Assad. Il presidente siriano può contare anche su una rete di imprenditori per resistere agli effetti devastanti delle sanzioni economiche internazionali e la guerra. La lista dei nomi, e i ruoli, è stata pubblicata dal quotidiano americano Wall Street Journal.
Ma chi sono questi uomini che aiutano Assad? Il più impegnato è Mohammed Jaber, un imprenditore capace di organizzare convogli armati per trasportare e distribuire carburante nel Paese, e per questo finito nel mirino di Unione europea, Lega Arba e Dipartimento del Tesoro Usa.
Prima della guerra la Siria produceva circa 380.000 barili di greggio al giorno, mentre oggi se ne contano solo 50.000. Il grosso il greggio arriva da Iran e Iraq: Jaber stima siano quasi due milioni i barili di greggio che arrivano ogni settimana a Latakia dall’Iran, poi raffinati a Homs e Baniyas, nei pressi della città di Qusayr, che il regime sta tentando di strappare al controllo dei ribelli.
Per quasi un anno, anche l’Iraq ha garantito greggio a Damasco, per cui ogni mese Jaber volava a Baghdad con valigie piene di centinaia di migliaia di dollari in contanti.
“Noi siamo con il regime fino al midollo. Se il presidente Assad ci chiede il sangue, siamo pronti a darglielo”, ha detto l’imprenditore al Wall Street Journal.
Secondo Jaber, il presidente si trova alle prese con la stessa “cospirazione” che dovette fronteggiare il padre negli anni ’80, quando si scontrò con ribelli islamici e miliziani legati al Fratelli musulmani.
Per quanto riguarda lo scontro in atto oggi, per Jaber la vera guerra non è ancora iniziata, dicendosi pronto a mobilitare 100.000 uomini della sua città, Latakia, qualora il regime lo chiedesse. “Anche se tutto il mondo fosse contro di noi, noi non abbandoneremmo la Siria e il suo leader, Bashar al Assad”.