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Ecco i dossier della politica estera italiana secondo Emma Bonino

Soluzione in Siria, Europa e mercato comune, stabilizzazione in Somalia, lotta per i diritti umani e delle donne, ma soprattutto, sul fronte interno, una soluzione rapida per il caso dei marò. Nella sua prima uscita da ministro degli Esteri, Emma Bonino ha sottolineato le priorità della Farnesina, auspicandone una “condivisione” da parte di tutto il governo Letta, nonché la necessità di trovare una soluzione positiva, rapida ed equa alla vicenda dei due marò italiani.

Nessuna traccia di Domenico Quirico in Siria

A margine della Conferenza internazionale di Londra sulla Somalia, il capo della Farnesina ha mostrato però preoccupazione per i segnali “non positivi” su Domenico Quirico, il giornalista della Stampa scomparso da tre settimane a Homs. “Non mi sembra un elemento positivo il fatto che non ci sia stata alcuna reazione dalla Siria dopo che è stata resa pubblica la situazione nascosta per alcune settimane”, ha detto Bonino.

Non è successo niente, ha osservato il ministro riferendosi alla mancanza di rivendicazioni e di reazioni una volta data la notizia della scomparsa. “Non è successo niente dopo che la questione è stata resa pubblica” e questo “non è un segnale confortante”.

La vicenda dei marò

Sulla vicenda dei marò Bonino ha auspicato una soluzione rapida, equa e accettabile. “Mi auguro che il caso assuma dimensioni più accettabili e che vadano verso una soluzione rapida, come mi sembra di essere avviati. Una soluzione equa”, ha detto il ministro. Come prevedibile, quella dei marò è una delle priorità della Farnesina.

La crisi in Siria

Bonino ha ribadito che la soluzione del conflitto tra ribelli e lealisti al presidente Assad dovrà passare per le vie diplomatiche. “Quello che è certo è che tutti speriamo in una soluzione politica. Nessun intervento armato quindi”, ha detto. E ha aggiunto: “Non ritengo in vista soluzioni militari possibili, o comunque non nell’immediato”.

L’audizione in Parlamento

Il ministro ha comunque annunciato che illustrerà le sue priorità nell’audizione del Parlamento del 15 maggio facendo riferimento alla questione Siria per cui “tutti speriamo in una soluzione politica”. Anche perché, ha detto, “non ritengo soluzioni militari possibili, o comunque non nell’immediato. Spero che siano proposte fatte proprie dall’intero governo e siano sostenute in tutti gli ambiti di competenza”.



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