L’ira funesta del livoroso Beppe Grillo miete un’altra vittima. Alla lunga schiera di epurati a 5 stelle si aggiunge Antonio Venturino, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana e più alta carica eletta finora dal partito della Rete.
Il deputato regionale siciliano, che probabilmente si dimetterà prima di essere espulso dallo stesso movimento, pare diretto al gruppo misto. Venturino ieri in un’intervista aveva criticato l’operato del Movimento, lamentando una mancanza di strategia che ha impedito di dialogare con le altre forze politiche, ed evolvere i propri programmi rimasti sostanzialmente alla protesta.
Frasi dalle quali in serata, con una nota, è arrivata la presa di distanze dei grillini: “Prendiamo atto dell’atteggiamento di Antonio Venturino che di fatto lo pone fuori dal Movimento 5 Stelle“. In realtà, però, secondo il capogruppo dei 5 stelle all’Ars, Giancarlo Cancelleri, le ragioni di Venturino sarebbero ben altre. E prettamente di carattere economico. “Venturino – prosegue il comunicato – ha violato una delle regole fondanti del Movimento: la restituzione, con rendicontazione, delle somme eccedenti i 2500 euro più rimborsi spese“.
L’ultima restituzione di parte degli emolumenti fatta da Venturino risalirebbe allo stipendio di febbraio. Da allora il black-out, nonostante i pressanti e ripetuti inviti fatti dai tutti i colleghi, ma sempre rimasti lettera morta. Finora Venturino avrebbe restituito secondo il suo partito circa 13 mila euro a fronte dei circa 30 mila di tutti gli altri componenti del gruppo.
Un episodio, quello riguardante Venturino, che non costituirebbe un campanello d’allarme se non si sommasse a una lunga serie di diktat che nel tempo hanno portato all’epurazione di diversi grillini in dissenso con i vertici e che riaccendono i riflettori su uno dei nervi scoperti del movimento, la democrazia interna.
GRILLO? SI SCONTRA CON LA REALTÀ
Secondo lo scrittore e blogger Federico Mello, autore del recente saggio “Il lato oscuro delle stelle” (Imprimatur editore), Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sono in difficoltà nel governare lo scontro tra propaganda e realtà.
“Per quanto riguarda la polemiche sulle diarie a cui stiamo assistendo a livello nazionale – commenta Mello – i vertici del movimento iniziano a rendersi conto di come sia complesso gestire il consenso. Il tema dei costi della politica non è stato secondario nella campagna elettorale di Grillo ed è una delle architravi della sua ideologia“.
“Finora i suoi elettori sono anche stati disposti a perdonare una certa inesperienza dei parlamentari grillini – come le tante gaffe della capogruppo alla Camera Roberta Lombardi – ma difficilmente potrebbero accettare un passo indietro sulla promessa riduzione del loro compenso“.
Quello economico però – rileva il giornalista – rimane un problema vero, perché “finora Grillo e Casaleggio hanno lanciato i loro strali dal di fuori, ma ora che sono parte del gioco si rendono conto che la loro idea di politica cozza con la realtà dei fatti. Perché fare il parlamentare costa”.
In Sicilia invece, per Mello, il problema sarebbe tutto politico. “Il caso di Venturino, giustificato dal movimento come un problema economico, servirebbe a far passare in secondo piano le critiche del consigliere alla la vera responsabilità di Grillo: aver consentito a Silvio Berlusconi di tornare al governo. Se avesse fatto – come si aspettavano i suoi elettori – un accordo con il Pd, ora forse non ci sarebbe l’esecutivo di larghe intese che lui chiama inciucio”.
GLI ALTRI CASI: DA FAVIA A MASTRANGELI
La palma forse poco consolatoria di primo epurato grillino spetta a Valentino Tavolazzi, consigliere comunale di Ferrara e fondatore della lista civica Progetto per Ferrara. Per lui ci fu l’accusa da parte di Beppe Grillo di non aver “capito lo spirito del movimento, che è quello di svolgere il proprio mandato amministrativo” e non “di organizzare o sostenere fantomatici incontri nazionali in cui si discute dell’organizzazione del M5S“.
Poi venne Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano che si lasciò andare con un giornalista a delle confessioni sul presunto ruolo padronale del guru Gianroberto Casaleggio all’interno del Movimento 5 stelle. Le frasi si Favia furono filmate di nascosto in un fuori onda per essere trasmesse nella trasmissione di La7 condotta da Corrado Formigli, Piazza pulita.
Stessa sorte toccò alla consigliera comunale bolognese Federica Salsi, colpevole di aver partecipato a Ballarò, trasmissione di Rai 3 di Giovanni Floris. I due vennero espulsi insieme, con una stringatissima nota pubblicata sul blog del comico.
In seguito ci furono le strane dimissioni – in realtà non ancora concretizzatesi perché respinte dal Parlamento – della senatrice Giovanna Mangili. La loro motivazione ufficiale sarebbe un non meglio precisato “motivo personale”. Troppo poco per ottenere l’avallo dei colleghi parlamentari, che temono che la Mangini stia agendo sotto fortissime pressioni interne.
L’ultima in ordine di tempo è l’espulsione del senatore Marino Mastrangeli, reo di aver rilasciato un’intervista nella trasmissione Pomeriggio 5 condotta da Barbara D’Urso. A nulla è valsa la sua difesa. L’editto, suggellato da una votazione online, ha colpito ancora. Chi sarà il prossimo?