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L’Europa in panne è colpa dei Trattati capestro

La crisi che attraversa l’Europa mina certezze consolidate e rischia di mettere a repentaglio il futuro delle nuove generazioni.

L’aggravarsi delle condizioni economiche dell’area euro costituisce ormai un bollettino di guerra al quale si sommano ogni giorno nuovi feriti: Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro, Irlanda e forse Italia.

Come impedire che anche il nostro Paese vada alla deriva, trascinando con sé – come le ultime previsioni fanno ipotizzare – anche Francia e Germania?

Una risposta arriva dall’Appello per un nuovo trattato europeo, un manifesto ideato dall’economista Paolo Savona, aperto a tutti e sottoscritto in prima istanza da un gruppo di economisti, intellettuali, studiosi e giornalisti.

Fra i promotori anche l’economista Carlo Andrea Bollino (nella foto), che in una conversazione con Formiche.net spiega perché ripensare l’Europa è non solo possibile, ma anche essenziale.

IL RUOLO DELLA BCE
Per il professore ed economista, tra le migliorie necessarie c’è una radicale ridefinizione del ruolo della Banca centrale europea. “Siamo convinti che la Bce non debba preoccuparsi solo di inflazione, ma anche di sviluppo. Deve, come le altre banche, avere la possibilità di stampare moneta e finanziare politiche espansive. Ciò deve ovviamente passare da una revisione di alcuni trattati, tra cui quello di Maastricht”.

Su quale assunto economico si poggia questa tesi? “Prendiamo in esame il periodo in cui la situazione europea si è aggravata. Negli stessi anni, tre aree economiche assimilabili alla zona euro, Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, crescevano grazie ad un uso della leva monetaria e a un aumento degli investimenti. In Europa si è fatto esattamente l’opposto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

MISURE STRAORDINARIE
Non sfugge a Bollino una delle principali obiezioni mosse dai falchi del rigore: come la mettiamo con i conti pubblici? “Nel nostro manifesto non chiediamo che si metta in discussione la strada intrapresa di risanamento delle finanze, ma riteniamo che le regole attuali vadano bene in un momento di crescita, Per un periodo straordinario come questo, nel quale siamo impantanati in una severa recessione, l’unica strada per uscirne è quella di adottare misure che possano dare uno shock a un’economia bloccata”.

UNA NUOVA RAPPRESENTANZA
Quanto immaginato dal manifesto contro l’austerità nasce anche per porre rimedio ad alcune anomalie di carattere rappresentativo, come quella che vede la Commissione europea non eletta dai cittadini. “Crediamo fortemente – dice Bollino – in un impianto legislativo europeo che tenga conto del principio “No taxation without representation”. Ora assistiamo all’opposto, con un Parlamento europeo che viene votato, ma non ha possibilità di portare le istanze dei cittadini. Anche ciò deve mutare se vogliamo un’Europa più coesa, prospera e giusta”, conclude l’economista.

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