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Il caso Iveco nello scandalo della Difesa russa

I blindati italiani mascherati da ambulanze. Si moltiplicano le indagini per casi di corruzione nel Ministero della Difesa russa e riguarderebbero anche l’acquisto di Lince Iveco LMV M65. L’accusa ha presentato la richiesta di licenziamento dell’attuale capo della società Oboronservis, braccio finanziario del Ministero, sospettato di appropriazione indebita di fondi di bilancio e cattiva gestione. La richiesta è firmata dal procuratore capo militare Sergei Fridinsky, datata 29 marzo e indirizzata al ministro Sergei Shoigu, relativa al capo della Oboronservis Sergei Khursevich per il furto pari a un importo di 145 milioni di rubli (3,5 milioni di euro). Lo riporta il quotidiano Kommersant.

Il nodo dei dazi doganali

In particolare, secondo i pm, Khursevich avrebbe acquistato i blindati italiani Iveco alla fine del 2011. Ma il contratto venne modificato all’ultimo momento: oltre a 57 veicoli corazzati, sarebbero stati acquistati 57 set di assistenza medica: barelle, luci lampeggianti e adesivi con la “Croce Rossa”. Questi ultimi, secondo il pubblico ministero, sono stati applicati alle vetture alla vigilia del loro trasporto verso la Russia. Il che ha permesso di fornire un passaggio prioritario e l’importazione nel paese senza pagare i dazi doganali.

Gli elicotteri e i camion Ford

Altre obiezioni di Khursevich riguardano l’acquisto nei primi mesi del 2012 di cinque elicotteri Eurocopter e a ottobre 2012 di 50 camion pick-up Ford Ranger. Di questi ultimi “l’esistenza” tra le proprietà delle forze armate non è “riscontrabile”.

Gli scandali degli scorsi anni

Nell’autunno dello scorso anno sono emersi numerosi scandali che hanno portato al siluramento del precedente ministro della Difesa Anatoly Serdyukov e alla nomina del fedelissimo (e buddista) Sergey Shoigu.

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