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Non succede perché non succede, ma se succede

Qualche anno fa la Roma di Ranieri arrivò a un soffio dallo scudetto, dopo una rimonta clamorosa. Se la giocò fino all’ultima giornata, e per qualche minuto fu campione d’Italia. I tifosi (quelli meno scaramantici) già da qualche giorno prima andavano in giro con t-shirt bianche su cui campeggiava la scritta “non succede perché non succede, ma se succede”.

E con la famosa leggi sulle lobby come siamo messi? Sembrerebbe che il servizio de Le Iene abbia smosso le acque. Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri appena terminato dice laconicamente:

Disciplina delle lobbies
Il presidente del Consiglio Letta ha presentato le linee sulle quali si articolerà un prossimo ddl in materia di attività delle lobbies e rappresentanza degli interessi economici.

Prossimo? Poco chiaro. Per ora é chiaro che non c’è ancora un progetto solo, un testo definitivo, ma si rincorrono più ipotesi. Sul tavolo ce ne sono almeno 3 (come scrivo sul numero odierno su ItaliaOggi: “Un albo ufficiale per i lobbisti” – ma lo potete leggere anche qui):

1. Un punto di partenza condiviso è il rapporto dei saggi pubblicato ad aprile. Come spiego qui il rapporto argomentava proprio la necessità di un intervento sul tema.

2. C’è poi da considerare il gruppo di lavoro di Vedrò, il think-net Lettiano, che ha lavorato a lungo su una proposta condivisa di regolazione delle lobby. Qui c’è una sintesi della proposta.

3. Considerate infine il gruppo dei chiostrini guidati da Giuseppe Mazzei. Anche loro sono attivi da tempo e hanno fatto circolare e discusso in più occasioni una bozza di lavoro. In queste ore si rincorrono molte voci sui contenuti della bozza. In realtà, quella del Chiostro è liberamente consultabile dal loro sito: qui.

Nervi saldi perché è ancora presto per dire se sarà l’ennesimo buco nell’acqua. Intanto da inizio legislatura ci sono già due DDL depositati in Parlamento, uno dai socialisti di Nencini, l’altro da Bruno.

e se questa fosse la volta che succede?

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