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Perché i pannelli solari cinesi fanno paura a Bruxelles

L’Unione europea è pronta a porre dazi sui pannelli solari fabbricati in Cina, scatenando così una delle più grandi dispute commerciali degli ultimi decenni. Secondo quanto riferito al Wall Street Journal da fonti vicine al dossier, i dazi dovrebbero aggirarsi attorno al 46%, anche se singoli produttori cinesi pagheranno tariffe differenziate.

I sussidi governativi cinesi

I dazi mirano a tutelare le aziende europee dalla concorrenza sleale dei prodotti cinesi che hanno invaso il mercato a prezzi non concorrenziali, determinati anche dai sussidi ricevuti dal governo di Pechino. Una concorrenza che ha visto decine di aziende europee chiudere o abbandonare il mercato del fotovoltaico, non potendo competere con il prezzo imposto dalle concorrenti cinesi.

L’ascesa del settore in Cina

Solo sei anni fa, ricorda il Wsj, la Cina quasi non esportava pannelli solari in europa. Nel 2011, invece, il commercio dei pannelli solari in Europa ha raggiunto i 21 miliardi di euro, rappresentando quasi il 7% delle esportazioni complessive cinesi nel continente europeo. Dati che spiegano perché l’imposizione dei dazi scatenerebbe una delle più grandi dispute commerciali degli ultimi decenni, sottolinea il Wsj.

La discussione in programma

La proposta di introdurre dazi verrà discussa domani a Bruxelles dal Commissario per il Commercio, Karel De Gucht, al termine di nove mesi di indagini. La commissione europea ha tempo fino al prossimo 5 giugno per imporre le tariffe.



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