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I consigli di Papa Francesco alle suore

Nella giornata di oggi Papa Francesco ha rivolto un’attenzione particolare alle suore della Unione Internazionale delle Superiore Generali (Uisg) ricevute prima dell’udienza generale in Vaticano. “Che cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza! Grazie!”, ha detto il Papa a braccio. Le religiose erano accompagnate dal cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz, prefetto della congregazione vaticana per i Religiosi. “Sono contento di incontrarvi oggi e desidero salutare ciascuna di voi, ringraziandovi per quanto fate affinché la vita consacrata sia sempre una luce nel cammino della Chiesa.

“Care sorelle – ha detto il Papa – siate certe che vi seguo con affetto. Io prego per voi, ma anche voi pregate per me. Salutate le vostre comunità da parte mia, soprattutto le sorelle ammalate e le giovani. A tutte va il mio incoraggiamento a seguire con parresia e con gioia il Vangelo di Cristo. Siate gioiose, perché è bello seguire Gesù, è bello diventare icona vivente della Madonna e della nostra Santa Madre Chiesa gerarchica”.

“La vostra vocazione – ha detto il Papa nell’udienza alle suore della Uisg – è un carisma fondamentale per il cammino della Chiesa, e non è possibile che una consacrata e un consacrato non ‘sentano’ con la Chiesa. Un ‘sentire’ con la Chiesa, che ci ha generato nel battesimo; un ‘sentire’ che trova una sua espressione filiale nella fedeltà al Magistero, nella comunione con i Pastori e il Successore di Pietro, Vescovo di Roma, segno visibile dell`unità. L`annuncio e la testimonianza del Vangelo, per ogni cristiano, non sono mai un atto isolato o di gruppo, e qualunque evangelizzatore non agisce, come ricordava molto bene Paolo VI (nella esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, ndr.), ‘in forza di un`ispirazione personale, ma in unione con la missione della Chiesa e in nome di essa’. E` una dicotomia assurda pensare di vivere con Gesù senza la Chiesa, di seguire Gesù al di fuori della Chiesa, di amare Gesù senza amare la Chiesa”.
“Pensiamo al danno che arrecano al Popolo di Dio gli uomini e le donne di Chiesa che sono carrieristi, arrampicatori, che ‘usano’ il popolo, la Chiesa, i fratelli e le sorelle – quelli che dovrebbero servire -, come trampolino per i propri interessi e le ambizioni personali”.
Il Papa ha sottolineato che “nell`esercizio dell`autorità” è sempre presente “il servizio”: “Non dobbiamo mai dimenticare che il vero potere, a qualunque livello, è il servizio, che ha il suo vertice luminoso sulla Croce”.

“Sappiate sempre esercitare l`autorità accompagnando, comprendendo, aiutando, amando”, ha detto Bergoglio; “abbracciando tutti e tutte, specialmente le persone che si sentono sole, escluse, aride, le periferie esistenziali del cuore umano. Teniamo lo sguardo rivolto alla Croce: lì si colloca qualunque autorità nella Chiesa, dove Colui che è il Signore si fa servo fino al dono totale di sé”.

Il Papa ha ricordato il valore della castità “come carisma prezioso, che allarga la libertà del dono a Dio e agli altri, con la tenerezza, la misericordia, la vicinanza di Cristo”, nel corso di una udienza riservata alle suore della Unione Internazionale delle Superiore Generali (Uisg) ricevute prima dell’udienza generale in Vaticano.
“La castità per il Regno dei Cieli mostra come l`affettività ha il suo posto nella libertà matura e diventa un segno del mondo futuro, per far risplendere sempre il primato di Dio. Una castità ‘feconda’, che genera figli spirituali nella Chiesa. La consacrata – ha aggiunto Bergoglio – è madre, deve essere madre e non ‘zitella’. Questa gioia della fecondità spirituale animi la vostra esistenza; siate madri, come figura di Maria Madre e della Chiesa Madre”.

 

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