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Perché Berlusconi non farà cadere il governo Letta

Come nel celebre ritratto di Dorian Gray, anche le grandi intese rischiano di essere abbruttite da ciò che silenziosamente si muove sotto la crosta del governo Letta, una tela che potrebbe essere macchiata dalle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi.

Nonostante le rassicurazioni dello stesso leader del Pdl, che invita a non collegare il proprio destino nei tribunali a quello dell’esecutivo, nel suo partito è in corso una lotta tra falchi e colombe che valutano se proseguire o meno questa esperienza di governo.

Come riporta il Corriere della sera di oggi, l’ala dura (e scontenta) costituita da Renato Brunetta, Denis Verdini e Daniela Santanchè vorrebbe che le larghe intese non sminuissero la portata delle proposte del centrodestra, in particolare nel campo della giustizia.

Proprio quello della giustizia rischia di essere il pericoloso terreno di scontro di Pd e Pdl, che ha provato a rilanciare in Parlamento la “legge bavaglio”, riproponendo le norme anti-intercettazioni del vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano.
Un’iniziativa che ha alzato la tensione e ha scatenato l’immediata reazione dei democratici, che con il presidente del gruppo Pd al Senato Luigi Zanda sono ritornati sul tema dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi.

Per questo, dall’altro lato, c’è chi come Gianni Letta, Fabrizio Cicchitto e Renato Schifani invoca la calma.
Anche il mai tenero Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera, ha chiesto in una nota a chi possa giovare affannarsi a voler riscrivere in tutta fretta la legge elettorale senza “affrontare la vera questione: le riforme istituzionali”. Così, ammonisce Capezzone, anche il governo potrebbe avere vita breve, cosa che il centrodestra non auspica.

D’altronde i sondaggi dimostrano che il Pdl è in netta risalita da quando ha smesso di giocare in attacco per indossare i panni della forza politica responsabile.
Ecco perché ritornare sul tema della giustizia, come ha fatto pochi giorni fa in un comizio anche Berlusconi, è non solo controproducente per la tenuta del governo, ma anche per la salute del partito.

E poi c’è tutto il tema dei processi dell’ex premier, capitolo da non sottovalutare e di cui si discute animatamente a Via dell’Umiltà: chi dice che, caduto questo esecutivo, non se ne possa formare uno di sinistra apertamente ostile a Berlusconi e al centrodestra?

Paradossalmente il governo Letta potrebbe essere proprio quella “polizza per la vita” ricercata dal leader del Pdl e far cadere l’esecutivo lasciando la strada vecchia per una nuova e incerta potrebbe rivelarsi un atto di assoluto autolesionismo.


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