Ci sono nuovi elementi nella spy story tra americani e russi. I toni si erano alleggeriti dopo una lettera che Barack Obama aveva inviato al suo omologo Vladimir Putin. Ma dopo l’incontro tra l’ambasciatore americano a Mosca e il ministro degli Esteri russo la tensione è nuovamente salita.
C’’è stata una protesta formale, l’espulsione del terzo segretario americano in Russia, ma non ci sono stati estreme misure. Fogle lascerà la Russia in un tempo “ragionevolmente breve” ma non entro le 24 ore di prassi per i casi più gravi.
Il consigliere presidenziale Yuri Ushakov ha indicato la versione del Cremlino. “Un approccio grossolano e maldestro”, ha dichiarato oggi, precisando subito che la questione però non colpirà in modo significativo la cooperazione tra gli Stati Uniti e Russia”. I due paesi sono alla ricerca di nuovi toni collaborativi dopo mesi di forti tensioni. Non a caso è stata annunciata oggi la possibilità di incontro tra Putin e Obama a Mosca prima del G-20 a San Pietroburgo.
Secondo il quotidiano Kommersant, la vicenda dello spia americano a Mosca ha due facce: da una parte mette in evidenza la scorrettezza dell’iniziativa americana intercettata dai russi. Ma c’è una sorta di attenuante, dato che Ryan Christopher Fogle, operativo Cia, ha tentato di reclutare un agente russo nell’ambito della indagini (ufficialmente “congiunte”) in Dagestan, alla ricerca di informazioni connesse al recente attacco terroristico durante la maratona di Boston, organizzato dai fratelli Tsarnaev, di origine caucasica.
Quindi, non si tratta di spionaggio diretto contro la Russia, ma spionaggio nel nome dell’anti terrorismo. L’accaduto è comunque imperdonabile, tanto più che la Cia puntava a un pezzo grosso dei servizi segreti russi e gli ha proposto un importante cifra per collaborare: un anticipo di 100 mila dollari, una ricompensa di 1 milione di dollari l’anno e un ulteriore bonus per le informazioni utili.
Washington tace sulla vicenda, mentre Mosca non smettere di battere sul tema. Il Cremlino ha posto l’accento anche sul dialogo avviato con gli americani, in particolare sulla Siria, con il comune intento di organizzare una Conferenza internazionale sulla crisi siriana.