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Paolo Becchi denuncia lo scouting a 5 stelle di Bersani e Civati

Il Movimento 5 Stelle è un soggetto politico in evoluzione, che vive il classico adattamento darwiniano a un mondo finora sconosciuto.
Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, per “governarlo”, hanno finora adottato una strategia divisiva, che ha generato opinioni concordi, ma anche molte critiche, come quella tutta interna della senatrice Adele Gambaro, che ha messo in discussione la stessa leadership di Grillo.

Quale sarà il futuro del movimento? In una conversazione con Formiche.net, il filosofo del diritto Paolo Becchi – autore dell’ebook Nuovi Scritti Corsari, edito da Casaleggio Associati – spiega perché per i 5 Stelle è necessario riappropriarsi dello spirito degli esordi, oppure….

Professore, ora dopo ora il movimento perde pezzi. Solo pochi giorni fa il nuovo caso di Furnari e Labriola…
Diciamo che, per usare un termine medico, si potrebbe dire che quello che sta accadendo è una sorta di stillicidio ematico: di perdite di sangue modeste, ma continue. Per questo bisogna cercare di identificare questo malessere e curarlo.

E crede che la cura possa essere quella delle epurazioni? Grillo ha detto alla senatrice Gambaro di “non valere niente” solo perché lo ha criticato.
Grillo ha detto un’altra cosa. Ha semplicemente preso le distanze da chi, come Mastrangeli, i due pugliesi o la senatrice in questione, ha dimostrato di non aver capito nulla del Movimento 5 Stelle.

Si spieghi meglio.
Insomma, sono passati solo pochi mesi dalle elezioni. E non mi pare che Grillo dica qualcosa di diverso da ciò che diceva in campagna elettorale. Semmai è la Gambaro a pensarla diversamente. E allora non si spiega cosa ci faccia in un movimento che ha ideali diversi dai suoi.

Ma la Gambaro, non criticava gli ideali dei 5 Stelle, ma le uscite ad effetto di Grillo, come quella sul “parlamento maleodorante”…
Intanto quello che aveva detto Grillo è stato travisato dalla stampa, dalle tv… Posso anche capirlo, visto che tentano di infangare il movimento… Quello che è assurdo e incomprensibile è che una senatrice del movimento ripeta le stesse cose che dicono i media. Questo non si riesce proprio ad accettarlo, oltre che a capirlo.

La sua era una critica, come ce ne sono state tante. Cosa c’è da capire?
È stata data un’interpretazione totalmente distorta della realtà… Grillo non ha detto che il Parlamento in quanto istituzione fa schifo, ma anzi, che è stato totalmente esautorato dalle sue funzioni. Prima è stato sostituito dall’esecutivo e ora lo si vuole persino ulteriormente depotenziare con una riforma presidenziale che legittimi quello che di fatto è già accaduto. Ha semplicemente ribadito quello che dice da tempo: che l’Italia vive in un colpo di stato permanente e che il Porcellum è una legge indegna e anticostituzionale.
E poi la stampa ha subito cavalcato le frasi della Gambaro: sono divisi, non vogliono Grillo… Idiozie… Questa signora ha detto nella sua intervista che Beppe Grillo è il “leader” del movimento. Grande inesattezza. Lo spirito dei 5 Stelle è sempre stato quello che uno vale uno. Beppe semmai è il Garante. E se una senatrice non riesce a capire questo, vuol dire che forse non si trova a casa nel movimento… Sono certo che la maggioranza dei cittadini portavoce, nonché degli attivisti la pensa come Grillo…

Forse è proprio questo il punto. Una volta arrivati nelle istituzioni non bisognerebbe abbandonare i toni da campagna elettorale e adottare un linguaggio meno aggressivo?
Grillo è una persona carismatica. E i voti il movimento li ha presi proprio grazie a quel linguaggio lì. Io c’ero a piazza San Giovanni, a Roma, allo Tsunami tour. È stato incredibile. Tutta quella gente, forse un milione di persone, voleva ascoltare le parole di Grillo, quelle che dice di solito, non quelle ammorbidite che vorrebbe la Gambaro o chi per lei.

Rimane il fatto che perdendo un pezzo dopo l’altro il movimento potrebbe non avere più molti rappresentanti in Parlamento. Ma non pare essere un problema per Grillo e Casaleggio…
Io credo che chi vuole andare via è meglio che lo faccia. L’opera di “scouting” iniziata da Bersani e continuata da Civati sta dando i suoi frutti avvelenati. Fanno bene a non preoccuparsi troppo.

Non devono preoccuparsi nemmeno davanti al risultato delle amministrative? Non è stato molto confortante…
Non vi è dubbio che l’attacco mediatico, a cui il Movimento è quotidianamente sottoposto, abbia influito sull’ultimo risultato elettorale. Dopo le elezioni di febbraio, che hanno messo in crisi i due calvi che negli ultimi vent’anni si sono contesi l’uso di un unico pettine, ci si poteva aspettare il tentativo di bloccare con ogni mezzo la crescita di un processo nuovo e dirompente. Ammettiamolo pure, ci sono almeno in parte e per ora riusciti. Nelle elezioni amministrative sono però gli interessi locali, del territorio, e a volte anche clientelari che contano. Basti pensare a Siena, dove paradossalmente grazie a MPS il Pd meno elle, seppure in modo stiracchiato, ha di nuovo vinto. Ma dobbiamo altresì riconoscere che vince quell’Italia che il M5S vuole trasformare.

Forse la trasformazione non sta prendendo corpo, allora.
Tenendo presente che il M5S si presentava a queste amministrative in molti comuni per la prima volta, con il senno del poi si sarebbe forse dovuto puntare su una partecipazione più limitata, ma forse più credibile. Infatti alle elezioni amministrative si vota in primis una persona che dovrebbe governare un comune con i suoi specifici problemi diversi da contesto a contesto. I post pubblicati sul blog di Beppe Grillo denunciano una situazione del nostro Paese sempre più drammatica sia a livello economico, che a livello istituzionale. Non si può imputare a questa denuncia l’esito insoddisfacente delle elezioni. Lo sforzo eroico di Beppe Grillo dimostrato anche in questa campagna elettorale avrebbe avuto probabilmente un effetto diverso se i candidati fossero stati persone più conosciute sul territorio. Dove questo si è verificato il M5S è stato premiato.

Quindi quali mutamenti dobbiamo aspettarci dal movimento nei prossimi mesi?
Penso che i prossimi mesi il futuro del movimento si giochi soprattutto su questo: realizzare ciò che costituiva la novità del Movimento. Vale a dire ripristinare il rapporto diretto tra i parlamentari, i portavoce dei cittadini, e i cittadini stessi. O si crea questa cinghia di trasmissione come doveva essere, oppure si perde quello che era uno degli obiettivi fondamentali del M5S, quello di superare la separazione tra cittadini e Stato. Altrettanto importante sarà quello di sforzarsi di rendere il più possibile visibile il duro lavoro parlamentare svolto. L’opinione pubblica deve percepire il movimento per quello che fa concretamente e non per singole dichiarazioni alimentate ad hoc dalla stampa.

Paolo Becchi: Non lamentiamoci se la gente prenderà il fucile (La Zanzara 02-05-2013)

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