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Bergoglio e Ratzinger, enciclica sulla fede a quattro mani

Padre Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, aveva smentito nettamente che Joseph Ratzinger fosse coinvolto nella stesura della prima enciclica di Papa Francesco, sul tema della fede. Era la fine di maggio e il vescovo di Molfetta, monsignor Luigi Martella scriveva nel giornalino diocesano che Bergoglio aveva confidato ai vescovi pugliesi come Benedetto XVI fosse impegnato a ultimare il lavoro rimasto incompiuto dopo la rinuncia al Pontificato. Oggi, ricevendo nell’aula del Concistoro i partecipanti al 13esimo consiglio ordinario del Sinodo, il Papa ha annunciato che “adesso deve uscire un’enciclica, a quattro mani dicono”.

“Un grande lavoro di Ratzinger”
Per essere più chiaro – il Pontefice parlava ancora una volta a braccio, in forma di dialogo dopo aver dato per letto il discorso ufficiale preparato dagli uffici – Francesco ha aggiunto che “Papa Benedetto me l’ha consegnata, è un documento forte, e io dirò lì che ho ricevuto questo grande lavoro: l’ha fatto lui e io l’ho portato avanti”. Bergoglio ha quindi sottolineato il fatto che nel testo ufficiale sarà dato pubblico e pieno riconoscimento al ruolo del predecessore. Non si tratterà quindi di una semplice ripresa di documenti e bozze preparate da un Pontefice (come accaduto in parte per la Deus Caritas Est, enciclica ratzingeriana che nella sua prima parte rimandava ad appunti di Giovanni Paolo II) e poi rimaneggiate dal successore, ma di un vero lavoro a quattro mani. Francesco si limiterà a completare l’opera di Benedetto XVI, determinato a chiudere il ciclo di scritti in forma di lettera pastorale dedicati alle tre virtù teologali (carità, speranza, fede).

L’impronta di Benedetto XVI
Joseph Ratzinger era quindi davvero a un passo dalla pubblicazione dell’enciclica, nei mesi scorsi. Lo scorso inverno, prima delle dimissioni di Benedetto XVI, il prefetto per la Congregazione della dottrina della fede, l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, aveva parlato di “alcune settimane” necessarie al completamento del lavoro. E la possibilità di vederne la pubblicazione entro il 28 febbraio era circolata in Vaticano, tant’è che fu questa una delle domande più spesso rivolte a padre Lombardi nei briefing pre-Conclave. La risposta, però, era stata negativa: dagli uffici preposti si diceva che il tutto era allo stato di bozze, che all’opera fino a quel momento c’era solo l’ex Sant’Uffizio e non direttamente il Papa. In realtà la mole di materiale raccolto era già allora notevole, e il più era stato fatto. Poi, tra una lettura e l’altra a Castel Gandolfo e al Mater Ecclesiae, Ratzinger ha trovato il modo, la forza e il tempo di terminare la propria parte. Francesco completerà il tutto, l’ha detto lui stesso.

L’enciclica sulla povertà
Avuta la conferma che quanto anticipato dal vescovo di Molfetta corrispondeva al vero, è verosimile ritenere che il Pontefice argentino stia già studiando la sua seconda enciclica, dedicata alla povertà, tema dominante di questi primi tre mesi di pontificato. “Beati Pauperes” sarebbe il titolo scelto da Papa Francesco.



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