Giunge a un nodo cruciale un altro dei noti guai giudiziari dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Dopo 22 anni si è vicini a leggere l’ultimo capitolo della vicenda Lodo Mondadori. I giudici della III sezione civile della Cassazione, ascoltate le argomentazioni dei legali di Fininvest, della Cir e del procuratore generale Pasquale Fimiani, si sono ritirati. La loro decisione rispetto alla sentenza della corte d’appello di Milano, del Luglio 2011, in cui è stato confermato il risarcimento dovuto dalla holding facente riferimento a Silvio Berlusconi, ma riducendolo di peso, da 750 a 564,2 milioni di euro.
RISARCIMENTO RIDOTTO?
Mentre l’udienza è in corso, oggi un ulteriore “sconto” potrebbe arrivare dalle questioni proposte dal procuratore Fimiani che ha indicato la “rivendita” delle azioni Espresso all’epoca dei fatti, “per 5,4 miliardi di lire”, e la porzione d’aumento del 15% rispetto all’importo totale dovuto. “Sono due piccole voci”, ha spiegato il magistrato ai cronisti. I supremi giudici sono chiamati a sciogliere il bandolo e “rideterminare” la quota che la Fininvest dovrà garantire o annullando per questa parte la sentenza d’appello restituendo gli atti ai giudici di merito.
LO SCETTISCISMO DEI LEGALI DI BERLUSCONI
I complimenti dei legali di Cir al pg per l’intervento e le bocche trincerate dei legali dell’azienda di Berlusconi fa capire che la giornata di oggi è certamente un cattivo auspicio per coloro che si augurano un annullamento delle decisioni del tribunale di Milano. Il presidente della corte, Francesco Tritone, ha ascoltato tutta l’udienza in modo attento, senza mai far trasparire una qualche espressione. Anche quando gli attacchi a quanto affermato nelle sentenze passate, da parte degli avvocati di Fininvest, sono parsi cedere il fioretto del codice.
GLI ALTRI PROCESSI
Quello sul Lodo Mondadori si somma ai tanti altri processi che in queste settimane in particolare vedono coinvolto l’ex premier Berlusconi. All’esito di questi procedimenti – pochi giorni fa la sentenza di condanna a 7 anni in primo grado nel processo Ruby – molti osservatori legano la tenuta del governo di larghe intese.