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Che ne sarà dell’Expo 2015? Si accettano idee

Come riutilizzare il sito espositivo dell’Expo 2015 dopo la manifestazione? Uno stadio per l’Inter, una cittadella della giustizia che sfrutti anche il vicino carcere di Bollate o la realizzazione della nuova sede milanese della Rai? Queste solo alcune ipotesi uscite fuori in passato, ma dal 20 giugno al 10 settembre chiunque potrà suggerire idee sulla sua futura destinazione.

Sicuramente ci sarà un parco tematico di 43 ettari, il secondo più grande di Milano, ma manca ancora una destinazione complessiva che renda l’area viva e l’operazione immobiliare economicamente sostenibile.

L’unica cosa certa, al momento, sono le volumetrie edificabili e le possibili funzioni pubbliche indicate dall’accordo di programma del 2011 tra le istituzioni pubbliche, più la Fondazione Fiera, che possiedono i terreni.

Entro ottobre 2013 bisognerà avviare le procedure per la selezione di un soggetto attuatore che a novembre 2015 sarà pronto a partire con un progetto di sviluppo già approvato.

La crisi del mercato immobiliare ha ridotto molto le possibilità di realizzare un quartiere di edilizia residenziale. Lo ha detto Giuseppe Sala, amministratore delegato della società Expo 2015, ricordando che il sito sarà collegato, attraverso una passerella pedonale, al nuovo quartiere di Cascina Merlata nel quale saranno già costruite residenze per 8.000 persone, in parte da utilizzare per le 10.000 persone che lavoreranno nel sito durante la manifestazione.

“Serve allora un’idea capace di “raccogliere e proiettare nel futuro l’eredità materiale e immateriale” dell’Expo, manifestazione dedicata alla nutrizione e allo sviluppo sostenibile, e allo stesso tempo attirare potenziali investitori anche dall’estero. D’altra parte Sala ha sottolineato che alcuni Paesi come Israele, nonostante il contratto di partecipazione preveda l’abbattimento dei padiglioni dopo l’evento, hanno già chiesto di poterli donare alla città lasciando così una “traccia” del loro investimento: “E’ una questione di tempi. Se un’idea certa” sul post Expo “viene fuori entro l’estate prossima è pensabile che alcuni di questi padiglioni siano inseriti nel progetto complessivo”, altrimenti sarà troppo tardi. Il manager ha indicato, come possibili desinazioni dei padiglioni nazionali “centri di ricerca e spazi di studio”.



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