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Ecco come gli Usa schedano il dna degli americani. Sarà vero?

L’ombra di un “grande fratello” orwelliano si allarga alle vite di milioni di americani. A pochi giorni dal caso Datagate, un nuovo scandalo dai tratti inquietanti coinvolge gli Usa.

Secondo il New York Times, moltissimi cittadini americani sarebbero spiati non solo su telefono e web. Centinaia di migliaia, – questa è la dimensione ipotizzata – sospettati di attività criminali o sovversive – ma anche innocenti vittime di reati, – rischiano di essere “schedati” a vita, col loro Dna conservato presso i laboratori di decine di agenzie locali di polizia. E in molti senza neanche saperlo.

OLTREPASSATO IL CONFINE?
Difficile stabilire dove finisca la “ragione di stato” e inizino le violazioni della libertà personale. Secondo il Times, mentre fino a poco tempo fa la raccolta del Dna era praticamente competenza esclusiva dell’Fbi, ora un crescente numero di agenzie di polizia in giro per gli Stati Uniti – molte mettendo insieme i propri dati – stanno raccogliendo e inserendo in database campioni di Dna di migliaia di persone, forti di una recente sentenza della Corte Suprema che sostiene questa pratica, anche se solo per le persone arrestate per gravi reati.

PRIVACY VIOLATA
Una tendenza – scrive il quotidiano – che suscita non poca preoccupazione in un momento in cui in America si discute tanto di privacy violata.
Il Nyt sottolinea come spesso questa pratica di raccolta del Dna non riguardi solo pregiudicati o persone arrestate e accusate di crimini, ma anche molte persone innocenti vittime di reati, il cui Dna viene comunque conservato.
Spesso, denuncia ancora il quotidiano, il Dna viene fornito da alcuni imputati nell’ambito di un patteggiamento della pena o in cambio di uno sconto sul fronte dei capi di accusa e della condanna.

LO SCANDALO DATAGATE
Questi nuovi timori sul mancato rispetto delle libertà fondamentali arrivano in America a pochi giorni da uno scandalo che ha toccato pesantemente la credibilità del presidente Barack Obama e del Pentagono.
Attraverso il programma Prism, le conversazioni telefoniche e telematiche di milioni di americani sarebbero state “spiate” per sventare sul nascere eventuali minacce alla sicurezza nazionale.
L’esistenza del programma – che ha toccato anche l’affidabilità dei più grandi colossi del web, accusati di aver collaborato con il governo in questa maxi rete di spionaggio – è stato rivelato da una talpa, Edward Snowden, un informatico che collaborava con la Cia. Nonostante l’ampia eco dello scandalo, giunta anche in Italia, negli Usa c’è chi è convinto che attorno a Datagate si sia creato un irragionevole clamore mediatico.

Datagate, attraverso la rete gli Usa spiavano il mondo (fonte video: Euronews)



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