Il ministero dell’Economia ha fissato nuovi criteri ispirati alla trasparenza per le nomine dei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato, recependo con una direttiva una mozione unitaria di Pd e Pdl.
In una conversazione con Formiche.net, il senatore democratico Salvatore Tomaselli – primo firmatario della mozione – commenta il lavoro del Tesoro, spiega quale sarà il ruolo dei cacciatori di teste nella definizione delle nomine e offre un’interpretazione del caso Scaroni.
Senatore, il ministro Saccomanni ha recepito la sua mozione. Che giudizio dà del lavoro intrapreso?
Mi pare che il risultato sia positivo sia per i tempi rapidi con cui governo ha recepito le richieste del Senato, ma anche per avere accolto tutti i requisiti che noi consideravamo indispensabili e qualificanti nella scelta delle nomine.
Che ruolo avranno in questa selezione i cacciatori di teste?
Serviranno a fare una sorta di “scouting” delle migliori professionalità presenti sul mercato.
Non rischiano di sminuire il ruolo della politica?
Assolutamente no, perché l’ultima parola spetterà sempre alla politica, che ha l’obbligo e la responsabilità di esercitare questa funzione. Ciò che cambia rispetto al passato è che questa discrezionalità verrà esercitata all’interno di criteri e procedure trasparenti. Grazie all’allargamento della platea agevolata dall’intervento di soggetti terzi e dall’introduzione di una valutazione comparativa delle competenze e dei curricula, sarà difficile non selezionare le persone migliori.
A proposito di criteri, alcuni di questi – ad esempio quelli di natura giudiziaria – rischiano di fare vittime. Si parla già di caso Scaroni.
Sono valutazioni che non mi spettano e che probabilmente farà il governo. Se mi chiede un giudizio personale, credo che non ci sarà nessun criterio ad personam, né inclusivo né tantomeno esclusivo. Nel caso specifico, mettendo da parte che si tratta di una vicenda lontana nel tempo, ritengo che Scaroni in questi anni abbia dimostrato di essere un ottimo manager. E credo che quando terminerà il percorso per la definizione dei criteri di selezione, si terrà conto anche di situazioni in cui potrebbe venir meno la valutazione della qualità del lavoro svolto.