Roma val bene una diaria. Devono aver pensato questo i grillini in esodo dal Movimento 5 Stelle dopo i diktat del comico genovese. Sono diversi i nomi di deputati e senatori pentastellati in predicato di passare al gruppo misto.
A fare da apripista sono stati due parlamentari pugliesi, Alessandro Furnari e Vincenza Labriola. Entrambi eletti a Taranto, hanno motivato la loro fuoriuscita dal gruppo con la contrarietà alla linea politica dettata da Beppe Grillo riguardo le sorti dello stabilimento siderurgico Ilva. I due parlamentari vorrebbero fosse risanata la fabbrica per poi riprendere la produzione (idea portata avanti dal governo Letta e precedentemente sponsorizzata anche dal comico genovese), mentre Grillo punta a una chiusura totale dell’area a caldo, così come richiesto dagli ambientalisti. Una versiona contestata dai grillini duri e puri, che dietro la scelta scorgono solo motivi opportunistici.
Vero o no, il caso dei deputati tarantini non è il primo nel movimento. Sono state diverse le defezioni in casa grillina a tutti i livelli, per lo più epurazioni. Si va dalla consigliera comunale Federica Salsi al consigliere regionale Giovanni Favia, passando per il senatore Marino Mastrangeli e il vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana Antonio Venturino.
L’ESODO GRILLINO
La decisione di Furnari e Labriola di passare al gruppo misto – ora diventata ufficiale con una richiesta inoltrata al presidente della Camera – non sarà probabilmente un gesto isolato. In una scena che si ripete da giorni, sempre uguale – scrive Annalisa Cuzzocrea su Repubblica – “i deputati e i senatori 5 stelle sono attesi in assemblea. E invece, li si vede imboccare veloci l’uscita già nel primo pomeriggio: trolley al seguito, taxi da prendere al volo. Si torna a casa. Non si tratta di “dissidenti”. A disertare le assemblee sono molti di più: non ne capiscono più il senso, le vedono scavalcate da decisioni prese dall’alto, le trovano – per dirla con il deputato grillino, il laziale Adriano Zaccagnini: “Farraginose, lente, elefantiache, burocratiche”.
“SI PARLA SOLO SI SOLDI”
Il deputato del Movimento 5 Stelle – si legge su Repubblica – racconta che “il problema è che ormai l’assemblea non discute dei problemi, ma di questioni burocratiche disciplinari interne. Il disagio di alcune persone è evidente. Non solo non vengono alle riunioni, non si presentano neanche ai lavori d’aula, e l’assemblea non se ne prende cura. Io l’ho detto chiaro: o riprende in mano la gestione delle questioni più importanti del gruppo, o il gruppo non c’è più. I casi come Furnari e Labriola aumenteranno”.
IL PROBLEMA DELLA DEMOCRAZIA INTERNA
Con rammarico Zaccagnini aggiunge: si sarebbe dovuto parlare dell’esito del voto amministrativo, del rapporto incrinato con Stefano Rodotà, ma niente: “Finiamo sempre per parlare di soldi”. E sulla democrazia interna: “Se ti rendi conto che alcune decisioni ti vengono sfilate sotto il naso e imposte dall’alto ti dici: ma allora qui che ci stiamo a fare?”
Che il gruppo rischi di sfaldarsi – aggiunge il quotidiano diretto da Ezio Mauro – hanno cominciato a capirlo anche gli ortodossi. Non è un caso che Beppe Grillo ieri, a ora di pranzo, abbia chiamato Alessandro Furnari. Hanno parlato per 20 minuti, passando dall’Ilva ai lavori parlamentari. Troppo tardi però: la lettera alla presidenza della Camera era già partita. Il passaggio al misto è praticamente ufficiale. “Quando senti le scarpe strette, vuol dire che devi toglierle”, chiosa la deputata tarantina Labriola. Fine della storia. Zaccagnini è felice per loro. “Non si può lavorare quando non si è sereni. Metà delle persone ormai ha dubbi. Non dico che vogliano uscire, ma non lavorano bene per una sorta di mobbing interno. Io loro due li capisco. Le contraddizioni prima o poi emergono, i nodi vengono al pettine. Quando sarà ufficiale, esprimerò la mia solidarietà”.
LA LINEA DURA DI CASALEGGIO
Chi non sembra troppo preoccupato delle tante defezioni grilline è Gianroberto Casaleggio, che in questi giorni sta istruendo a Milano i parlamentari del Movimento 5 Stelle su come comportarsi durante le loro apparizioni televisive.
Per il guru, anche se in Parlamento i grillini fossero la metà “andrebbe bene lo stesso. La cosa importante” – ha dichiarato ai “suoi” deputati e senatori, “è che si rispettino le regole”.
M5S, Beppe Grillo espelle i “dissidenti” Salsi e Favia (fonte video: Tg La7)