Beppe Grillo continua la sua personale battaglia contro l’informazione. “Sono più spregevoli i giornalisti dei politici” ha detto, lanciando sul suo blog un sondaggio per votare il conduttore tv più fazioso.
L’iniziativa segue lo scontro con la trasmissione Piazzapulita di La7, canale di Telecom media ceduto all’imprenditore Urbano Cairo.
Il comico, impegnato in un comizio, ha attaccato in diretta tv il suo conduttore Corrado Formigli, accusandolo di lavorare, di fatto, per un allievo di Silvio Berlusconi...
Formigli è solo l’ultimo dei tanti giornalisti bersaglio di Grillo. Una lista che nel tempo si è allungata, includendo tra gli altri Milena Gabanelli, Pierluigi Battista, Lucia Annunziata, Giovanni Floris, Andrea Vianello.
Per il giornalista e autore tv Alessandro Sortino, più che concentrarsi sui singoli episodi è importante capire cosa spinga Grillo a usare toni così violenti.
In una conversazione con Formiche.net, il giornalista di La7 ed ex volto delle Iene, spiega perché un rapporto conflittuale con il mondo dell’informazione è fondamentale per la riuscita del progetto grillino.
LE CRITICHE AI GIORNALISTI
Sortino dice di condividere in larga parte le critiche di Grillo al mondo dell’informazione, ma non la loro genericità. “Anch’io – sostiene – credo che ci sia una parte di giornalismo italiano, vicino al potere economico e politico, che non offre un buon servizio. E sono contento che nel nostro Paese esista un movimento come quello di Grillo, che pungoli il sistema spronandolo a migliorare. Ma proprio per questo sono deluso da alcuni suoi attacchi, come quello a Piazzapulita, perché vorrei che tutelasse la buona stampa, la proteggesse e non che la gettasse nel calderone. Capisco però il suo comportamento: ciò non sarebbe funzionale con il suo progetto”.
LA RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTÀ
Per Sortino è impossibile comprendere gli attacchi se non ci s’immerge nella filosofia che permea la visione di società del Movimento 5 Stelle. “Per Grillo e Casaleggio non possono esistere un’informazione buona e una cattiva. Loro partono dal concetto di realtà come costruzione sociale, di realtà come rappresentazione: la rappresentazione di un evento non è mai una sua copia, ma una sua ricostruzione cui partecipano sia le caratteristiche dell’oggetto, fatto o evento, sia quelle del processo mentale. Per stimolare questo processo mentale, gli attacchi alla stampa sono funzionali a una sorta di catechesi dell’iscritto. Quest’ultima tende a parificare il sistema dei partiti e quello dell’informazione, che per Grillo e Casaleggio sono i due pilastri che sorreggono la democrazia rappresentativa che loro vorrebbero abbattere”.
LA CONQUISTA DEL POTERE
Secondo il giornalista di La7, Grillo e Casaleggio sono convinti che la conquista del potere si faccia “spostando il luogo della rappresentazione della realtà, impedendo a tv, giornali e ai classici network dell’informazione di essere titolari di questa rappresentazione. Rappresentazione che – continua Sortino – loro vorrebbero sostituire con una sorta di informazione collettiva generata dai contenuti che ognuno riversa sulla Rete. Un progetto che lo stesso Grillo sconfessa, riconoscendo il suo blog come unica fonte d’informazione attendibile”.
LA SCELTA DEL BERSAGLIO
Se si parte da questo concetto, sottolinea Sortino, “è facile comprendere perché Grillo attacchi meno spesso e con minore veemenza Bruno Vespa o Emilio Fede. Mi sono chiesto perché: forse la risposta è questa. Quei giornalisti sono utili al suo progetto, perché confermano agli occhi della gente l’esistenza di un’informazione vicina al potere. Paradossalmente i professionisti come la Gabanelli, che all’interno di un sistema contaminato producono buona informazione, gli creano un problema. Questo può generare smarrimento nella gente e la distoglierla dal credere alla rappresentazione grillina della realtà, secondo la quale non ci sono altre strade che la demolizione del sistema attuale. È lo stesso motivo per cui Grillo attacca sempre il Pd e non il Pdl. Nella sua concezione e per il raggiungimento dei suoi obiettivi è molto più pericoloso un buono finto che un cattivo vero”.
LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO
La svolta televisiva del Movimento 5 Stelle è per Sortino la conferma della potenza del mezzo televisivo, nel quale Grillo intende però giocare con le sue regole. “Si è reso conto che la Rete e gli altri media non sono sufficienti a comunicare in questa nuova fase in cui il movimento è nelle Istituzioni. Ma ciò non gli impedirà di continuare a criticare chi parla di lui o chi lo ospita, anzi. L’obiettivo di Grillo è quello di partecipare agli show a modo suo, creando a situazioni gestite da lui. Per capirlo è utile soffermarsi su “La società dello spettacolo” del filosofo Guy Debord. Lo spettacolo non è un insieme d’immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini. Lui intende sfruttare la tv per creare nuove connessioni e per farlo è essenziale che possa controllare ciò che accade. Ecco perché i talk show, le inquadrature, l’interazione con gli ospiti gli fanno paura. Perché aprono le porte a situazioni imprevedibili”.
Piazza Pulita – Alessandro Sortino: “Grillo, L’altra Politica” Parte 1 (fonte video: La7)
Piazza Pulita – Alessandro Sortino: “Grillo, L’altra Politica” Parte 2 (fonte video: La7)