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Il video di Instagram. Come funziona e chi scomoda

L’atteso appuntamento con la stampa fissato per ieri da Facebook presso il quartier generale di Menlo Park, in California, non ha riservato grandi sorprese. “Un piccolo team ha lavorato su una grande idea. Unitevi a noi per un caffè per scoprire un nuovo prodotto”, recitava la scritta impressa sull’invito. Come si vociferava fin dall’arrivo di quel biglietto che fingeva di essere macchiato di caffè, la “grande idea” che Facebook prometteva di introdurre consiste nell’introduzione della funzione video per Instagram, l’app per condividere fotografie acquisita nel 2012 dal colosso di Mark Zuckerberg.

Kevin Systrom dà i numeri
I filmati potranno durare da 3 a 15 secondi ed essere registrati con 13 nuovi filtri. Gli utenti potranno scegliere la copertina del video selezionando la scena preferita da far comparire sul feed. Cinema, un nuovo sistema sviluppato da un team di esperti permetterà di stabilizzare le riprese tremolanti. La funzione Video su Instagram è disponibile a partire da oggi per tutti i dispositivi iOS e per i moderni dispositivi Android, nell’App Store e nel Google Play.

L`amministratore delegato di Instagram Kevin Systrom ha aggiornato poi la platea di esperti sullo stato dell’pp: 160 miliardi di foto condivise fino ad ora, 1 miliardo di “like” ogni giorno e 130 milioni di utenti registrati.

Chi vuole sfidare Facebook?
Naturale pensare ad un accostamento con Vine, l`applicazione per la condivisione di video acquisita da Twitter che permette di condividere sulla piattaforma mini filmati della durata di 6 secondi.
Ma non tutti sono d’accordo sul fatto che con il nuovo servizio Facebook voglia semplicemente rispondere alla popolarità di Vine. Per il blogger Vincenzo Cosenza ad esempio il vero competitor è Google e la ragione sarebbe da ricercare in quello che rappresenta un po’ il chiodo fisso di Zuckerberg: “L’obiettivo sono i soldi degli inserzionisti – scrive Cosenza – non a caso 15 secondi sono proprio il tempo di uno spot pubblicitario o di un trailer cinematografico”.

Ma Google non starà lì a vedersi scalfire il suo predominio. Forte degli introiti della pubblicità mobile su YouTube che sono triplicati fino ad arrivare a 350 milioni di dollari negli ultimi sei mesi, Cosenza si aspetta un probabile rilancio di YouTube Capture, “una bella app poco promossa”.

Usi impropri?

Oltre all’invasione di videogrammi sponsorizzati camuffati tra una festa di compleanno privata e le prossime vacanze estive su Instagram potrebbe incombere anche un altro problema.

Subito dopo il lancio di Vine la Rete non digerì molto bene i risvolti dell’applicazione: “Attenti, non fate usare ai vostri bambini Vine”, scrivevano e ritwittavano gli utenti. La ragione? Vine piacque talmente tanto agli utenti della piattaforma di microblogging, che attirò l’attenzione degli appassionati di filmati osé. Problema che Twitter tentò di aggirare affrettandosi a vietare Vine ai minori di 17 anni, classificandola come app con “frequente/intenso contenuto sessuale o nudità” e limitandola per questo, a un solo pubblico adulto.
Prepariamoci e attendiamo i risvolti.


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