Skip to main content

Italia Aperta, avanti tutta

Ho aderito ad Italia Aperta perché mi è stato proposto da persone che stimo e dei quali condivido le opinioni.

Poi, in queste vicende uno si chiede sempre – con Nanni Moretti – se lo si nota di più ad esserci o a non esserci.

Confesso che avrei preferito stare tra i soci fondatori, ma capisco che, non essendo stato rieletto, devo rassegnarmi a sgambettare nelle ultime file (anche per via dell’età) del Corpo di ballo del Teatrino della politica. E tutto sommato essere annoverato tra i primi firmatari è ancora un segnale di distinzione.

Italia Aperta si dichiara liberale e liberista. Ce n’è bisogno. Viviamo in una stagione di grande ritorno dello statalismo non solo come policies ma addirittura come dimensione culturale.
E’ diffuso sempre più lo sbandieramento dei c.d. beni comuni, i quali sono riconosciuti tali, dai neofiti dello Stato Moloch, solo se riconducibili alla mano pubblica.

Il referendum sulla gestione dell’acqua ha rimesso in campo questa subcultura, con la complicità del Pd per mere ragioni di consenso.

Poi, nel suo piccolo, si è svolto a Bologna il referendum sul finanziamento alla scuola paritaria d’infanzia, in cui hanno prevalso persino le forze collocate alla sinistra del Pd.

Mi pare allora necessario schierarsi. Dove è possibile.

×

Iscriviti alla newsletter