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Kyenge e l’invidia della Lega

“Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato??????? Vergogna!”.

Cécile Kyenge, bisogna ammetterlo, è una vera benedizione per i leghisti, una manna dal cielo tanto immeritata, quanto preziosa, un ministro dell’odiata (a parole) Repubblica Italiana, donna e anche nègher, contro la quale dare sfogo ai propri istinti primordiali. E la cosa bella è che non c’è neanche bisogno di essere, non dico un Bossi, ma anche solo un Borghezio o un Salvini per fare notizia.

Capita infatti che Dolores Valandro, consigliera di quartiere a Padova sconosciuta ai più, e probabilmente anche ai meno, dopo anni di battagliette xenofobe di retroguardia, posti il suo sgrammaticato commento su facebook, ed eccola assurgere come per magia agli onori delle cronache nazionali. Che però, nel commentare la bravata, fanno comunemente riferimento alla categoria del razzismo, riconoscendo forse alla Valandro qualità maggiori del dovuto.

Il razzismo, pur odioso, è comunque qualcosa di un po’ più complesso del latrato della miserabile leghista padovana. Che, davanti a una donna capace di far strada nello studio, nel lavoro e nella politica senza aiuti e partendo da condizioni non certo di vantaggio, probabilmente non ha dato sfogo a sentimenti di razzismo. Ma, più semplicemente, di invidia.


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