Skip to main content

Marina Berlusconi e Giorgia Meloni. Ecco la nuova destra 2.0

“Certo che Marina potrebbe essere il Renzi di destra”, certifica senza ombra di dubbio il vicedirettore del Foglio Alessandro Giuli. Che affresca la soluzione dinastica come marchio di sopravvivenza del berlusconismo. E con un fronte tutto al femminile che si potrebbe aprire con il binomio Marina Berlusconi e Giorgia Meloni.

Marina Berlusconi smentisce discese in campo: ma può essere il Renzi di destra?
Certo che è verosimile. Tra l’altro rivendico al Foglio la primogenitura non tanto dell’idea, che sarà stata ovviamente di Berlusconi, ma dell’intuizione che le alternative erano due: o il ritiro ordinato del cavaliere dalla politica attiva attraverso un processo riformatore all’interno del Pdl, con primarie, competizione libera e leadership contendibile – ipotesi impensabile in un regime di dispotismo “asiatico-brianzolo”- oppure la soluzione dinastica.

Un buon pater familias che provvede al futuro?
Il tentativo estremo di trasformare il berlusconismo in un marchio di sopravvivenza e affermazione politica personale e familiare. E farne così l’ultima ridotta di una brillantissima esperienza politica finché “morte non ci separi” – ovviamente morte politica – . Quindi il sangue sopravvive a se stesso e si rigenera in un “Berlusconi con le tette” come disse Enzo Biagi. Ecco che la possibilità di Marina in capo c’è ed è concreta.

La smentita può essere una doppia ammissione?
Le smentite, come è noto, a volte tendono a rafforzare. Il clima per una svolta del genere si avverte nel fatto che l’intendenza non segue. Mentre la furia ginecocratica e bachofeniana rappresentata dalle amazzoni lo seguono a ruota, invece i falchi alla Brunetta si preoccupano.

Per quale ragione?
Perché Marina ha il dono del sangue ed è una cosa che conta, rispetto a tutti quelli che volevano attribuire un ordine politico.

Quali difficoltà incontrerebbe miss Mondadori in caso di una discesa in campo?
Gli ostacoli potrebbero essere innanzitutto di natura giudiziaria. Non va dimenticato che Berlusconi paga, oltre a qualche sua possibile marachella, l’indissolubilità del suo cognome rispetto all’azienda di famiglia. E Marina è nelle stesse condizioni, seppure non sottoposta ad alcun procedimento. Ma nel momento in cui una parte politica intera fosse legata formalmente e ufficialmente al nome di Berlusconi con il volto di Marina, sicuramente le procure più esuberanti e più occhiute potrebbero tornare protagonisti. O restare protagonisti.

E nel merito politico?
Il secondo scoglio è tutto interno al centrodestra: la scelta potrebbe esaltare quella parte di berlusconiani più legati al nocciolo duro, ovvero coloro che vengono definiti falchi. Che poi semplicemente a volte sono la pitonessa Santanché, o figure emerse relativamente di recente con una forte esposizione rispetto alla sopravvenuta senescenza dei vecchi guardiani custodi dell’ortodossia di Forza Italia.

Perché non potrebbe essere semplicemente una Forza Italia con accanto il 2.0?
Sarà qualche cosa di diverso rispetto a quanto abbiamo visto fino ad oggi. E quindi molti dovranno pagare dazio, dissolvendosi. Bisognerà valutare se, prima di dissolversi, mineranno il campo o tenteranno soluzioni alternative.

Come evitare rispetto al padre l’operazione fotocopia?
Berlusconi riuscirà ad evitare quell’effetto già solo con l’immagine di Marina. Si comprende bene che sarà la stessa cosa ma in forma diversa. Per cui possiamo già parlare di effetto Photoshop politico. Anche perché, comunque sia, è evidente che potranno emergere figure diverse. Prevedo una svolta matriarcale in tutto il versante destro a cui, preciso, non sono tendenzialmente favorevole.

Un fronte tutto femminile con Marina Berlusconi e Giorgia Meloni?
Beh, dinanzi al muro del patriarcato tradizionale, proprio la Meloni diventerebbe l’antagonista sociale alla destra di Marina. Già lo è per certi versi. Con un nuovo percorso identitario a destra del berlusconismo. Lo spazio per movimenti simmetrici c’è.

twitter@FDepalo



×

Iscriviti alla newsletter