Allarme rosso. Il governo di Enrico Letta rischia di cadere non sotto il fuoco incrociato dei suoi maldestri azionisti (Pd, Pdl e Scelta Civica) bensì di affondare lentamente nelle sabbie mobili delle proprie indecisioni. Lo Stato italiano ha siglato con gli Stati Uniti un accordo formale per realizzare in Sicilia una stazione radar di grande valenza strategica. Era il 2005. A Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi, si sono poi succeduti Prodi, di nuovo il leader del centrodestra, Mario Monti ed ora Letta.
L’opera ovviamente è ancora ferma. Il presidente della Regione Sicilia, il piddino Crocetta, ha voluto dare ascolto alle proteste del Movimento 5 Stelle e dei comitati No Muos e ha bloccato l’autorizzazione ai lavori di costruzione adducendo motivazioni legate al possibile rischio sanitario dovuto alle radiazioni elettromagnetiche. Dal punto di vista scientifico, è stata spiegata la infondatezza di questa paura ma, per evitare una accentuata conflittualità politica sul tema, il governo (allora a guida Monti) decise di affidare all’Istituto Superiore di Sanità una sorta di “perizia” per sgombrare il campo da interpretazioni faziose. Poiché ogni giorno di stop al cantiere vale 50.000 dollari, si era stabilito anche un termine perentorio per la consegna del rapporto: il 31 maggio di quest’anno. Una settimana dopo la scadenza decisa dal governo, nessun riscontro.
Piuttosto, sembra emergere un orientamento (ancora una volta) dilatorio in cui l’Iss aspetta l’Ispra che aspetta l’Arpa in una catena infinita che disperde le responsabilità. Non è nota la posizione di Washington, forse ancora incredula di quanto (non) accade in Italia. Quello che è certo è che il nostro Paese non fa una buona figura. Se lo Stato non rispetta i patti con una superpotenza come gli Usa, quali garanzie di certezza del diritto può offrire agli investitori, italiani o stranieri? Se qualcuno a Palazzo Chigi si illude che queste indecisioni non abbiano effetti pesanti sulla credibilità e stabilità del Paese e del governo stesso, commette uno sbaglio madornale. Siamo all’allarme rosso.