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Ignazio Marino ringrazi Goffredo Bettini. Il nuovo Campidoglio visto da Velardi

Alemanno? Aveva già perso al primo turno, ma a Roma è Goffredo Bettini che ha vinto le elezioni. Commenta così Claudio Velardi, ex spin doctor di D’Alema ora comunicatore e lobbista, la débacle del sindaco uscente. E mette l’accento sul fatto che il centrosinistra, e vale per Roma ma anche per la gran parte degli enti locali, “ha una classe dirigente mediamente migliore”.

Alemanno aveva perso le elezioni già al primo turno quindi?
Decisamente sì. In quella occasione si erano delineate le posizioni con chiarezza: immaginare un recupero sarebbe stato impossibile.

Il crollo dell’affluenza quanto ha inciso?
Non credo sia il dato dell’astensione ad aver segnato questo secondo turno, si era già manifestato al primo turno in maniera assai significativa. Questa non è che la conferma dell’andamento iniziale: era un sconfitta data già in partenza.

Si avvertiva, da tempo, un largo disincanto di ampi strati del centrodestra verso Alemanno uomo e Alemanno amministratore?
Direi, piuttosto, che il centrosinistra non dovrebbe entusiasmarsi particolarmente per il risultato ottenuto, perché in realtà questo voto è molto una sconfitta di Alemanno che è stato considerato un cattivo amministratore: è questa la sostanza delle cose. Di contro, il dato che si tratti di una sconfitta di Alemanno è la controprova del fatto che nessuno ha vestito Marino come un candidato sindaco forte o dotato di una grande spinta, né particolarmente amato o conosciuto.

Quindi come leggere la sua vittoria?
É avvenuta un po’ per default, sulla base di questa forte delusione da parte della città nei confronti del sindaco uscente. Poi magari Marino sarà un ottimo sindaco, per l’amor di Dio, non è questo il punto. Non sto giudicando l’uomo ma, obiettivamente, nessuno fino ad oggi ha pensato che Marino fosse un fulmine di guerra.

Marino non è uomo del partito, che aveva candidato Sassoli. E non è nemmeno un uomo della sinistra moderata: ha vinto un altro Pd?
No, questo non lo penso. In realtà a Roma ha vinto Goffredo Bettini, il politico più forte che c’è nella Capitale nel campo del centrosinistra. Essendo un uomo intelligente e capace, da quasi un ventennio governa bene quello spazio politico che, non dimentichiamo, ha perso nel 2008 per un errore marchiano legato alla candidatura di Rutelli come un tentato ritorno. Altrimenti cinque anni fa non avrebbe certamente perso la sfida per il Campidoglio.

I numeri danno la cifra di un gradimento comunque molto forte…
La vittoria di Marino dimostra che il blocco di potere del centrosinistra, ben guidato a Roma da Bettini, è molto forte.

Umberto Croppi ha commentato che Alemanno fu eletto avendo contro quasi tutti i poteri forti della città. Oggi che invece li aveva a favore, ha perso: che significa?
É vero. Nel 2008 la partita fu persa dal centrosinistra con l’improponibile candidatura sulla scena di Rutelli. In questo senso anche il voto di questa tornata chiarisce un punto: non sono i poteri forti a determinare il voto nelle città. Altrimenti non avrebbe vinto Alemanno allora e Marino oggi. Quel voto sulla scheda è dato dai cittadini.

Come mai il Campidoglio, guardando al passato, resta quasi un tabù per la destra?
Il centrosinistra, e vale per Roma ma anche per la gran parte degli enti locali, ha una classe dirigente mediamente migliore, più sperimentata, abbastanza dignitosa rispetto a come sono le classi dirigenti del Paese. Questo il motivo per cui alla fine il centrosinistra è sempre meglio presidiato negli enti locali sul territorio rispetto a quanto non lo sia il centrodestra.

Marino sindaco è una buona notizia per la cavalcata di Renzi?
Non penso ci sia una grande influenza. Renzi lavora su un target elettorale molto più ampio rispetto quello di Marino. É chiaro che una vittoria abbastanza schiacciante del centrosinistra in queste amministrative è un aiuto. E può dare, in senso lato, una mano alla cavalcata del sindaco di Firenze.

twitter@FDepalo

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