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Contro Berlusconi un’ingiusta condanna morale. Parla Battista

Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado a sette anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per concussione e prostituzione minorile nell’ambito del processo Ruby.
Una sentenza che l’editorialista ed ex vice direttore del Corriere della Sera, Pierluigi Battista, non esita a definire “sconvolgente”.
In una conversazione con Formiche.net, il giornalista romano analizza le ripercussioni della sentenza sulla tenuta del governo Letta e spiega perché la condanna all’ex premier è innanzitutto un giudizio morale.

Direttore, come interpreta questa sentenza?
A me sembra una botta durissima a Berlusconi. Mi ha colpito molto l’elenco lunghissimo delle accuse e della loro natura, simili a quelle che si rivolgerebbero a un essere abbietto, oltre che di un reo. La condanna, poi, è andata addirittura al di là delle richieste del pubblico ministero. Questo segnala che non si tratta solo di una condanna giudiziaria, ma di un giudizio morale.

La ritiene un accanimento?
Al di là della fattispecie durissima che pure va definita, mi sembra smisurata.

Secondo lei avrà conseguenze dal punto di vista istituzionale?
Non so se ci saranno conseguenze immediate sulla vita del governo, comunque credo di no. Dal punto di vista formale si tratta ancora di una sentenza di primo grado, anche se pesantissima. È ovvio però che non potrà passare inosservata. D’altronde Alfano l’aveva già preannunciato qualche giorno fa, dicendo: “Potete chiederci tutto, ma non di rinunciare a difendere Berlusconi”.

Qualcuno invoca una soluzione politica…
Che non potrà esserci. Non esiste un salvacondotto. L’unica cosa che potrebbe accadere è che la Cassazione vada oltre marzo, la data in cui il processo giunge in prescrizione.

Resta comunque aperta tutta una serie di altre partite giudiziarie.
Già. Che alimenteranno polemiche fortissime. Ci aspettano dei mesi di fuoco. Dopo la manifestazione di Brescia, che aveva solo un carattere anticipatorio della sentenza e di commento alle richieste della Boccassini, Letta e Alfano sono quasi “giunti alle mani”. Immagini cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane.

Una parte del Pd però, in particolare i renziani, hanno detto che non è il caso di strumentalizzare la vicenda per fini politici.
È solo ipocrisia. La verità è che da oggi l’Italia è ancora più spaccata, è inutile prenderci in giro. Buona parte degli italiani ritiene che quella di oggi sia la prova di un accanimento nei confronti di Berlusconi e un’altra buona parte vede questa cosa come la prova definitiva che a capo di schieramento di centrodestra c’è non è solo un corruttore, ma anche un losco individuo.

Qualcuno ha paragonato il caos di queste ore e la fine di Berlusconi a quella del film “Il Caimano” di Nanni Moretti.
Io ritengo questo accostamento una sonora sciocchezza, perché per essere veritiero dovrebbe terminare con l’uso della violenza. Cosa che non credo accadrà. Sa cosa le dico?

Che cosa?
Che non si può certo pretendere che un berlusconiano stia zitto. Cosa vorrebbero a sinistra, che uno nemmeno la commentasse, questa condanna? Uno vota Berlusconi per vent’anni e poi? Gli tocca assistere a questa sentenza. Perciò se qualcuno protesta direi che è assolutamente comprensibile.

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