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Guerra legale su Aci, Pra e pratiche auto

Unasca, l’Unione Nazionale Studi di Consulenza Automobilistica, e due studi di consulenza in rappresentanza della categoria, hanno proposto ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’annullamento del decreto sull'”adeguamento del sistema tariffario da corrispondere all’Automobile Club d’Italia – Aci per le attività relative alla tenuta del Pubblico Registro Automobilistico”.

“Il decreto – sostiene Unasca – ha introdotto un aumento del 30 per cento del prezzo delle tariffe Pra. E questo accade nonostante il fatto che dal 2000, con l’avvento dello STA – lo Sportello Telematico dell’Automobilista – le agenzie vengono incaricate di eseguire oltre il 75% delle pratiche, sostenendone i relativi costi di gestione, mentre il Pra opera e sostiene costi solo per la restante quota di pratiche”.

“Il decreto – secondo Unasca – viola il principio di uguaglianza, perché Aci incassa l’aumento degli introiti non solo sui servizi che  effettivamente eroga  presso gli sportelli Pra, ma anche su tutti quelli che vengono autonomamente gestititi dalle agenzie private, perché il decreto prevede che il cittadino paghi in ogni caso le nuove tariffe all’ACI, sia che si rechi in un’agenzia, sia che si rechi al PRA.

“L’aumento delle pratiche auto – ha spiegato Ottorino Pignoloni di Unasca – è valutabile per il 2013 in circa 30-40 milioni di euro che si abbatte su cittadini, imprese e su tutto il mercato dell’auto già in crisi nera. Per tagliare i tantissimi sprechi noi puntiamo alla creazione di un unico archivio pubblico e alla carta di circolazione europea dei veicoli, abolendo l’inutile doppio archivio pubblico ‘Motorizzazione – PRA’ , gestito il primo dal Ministero dei Trasporti e il secondo dall’Aci. Nel 2012 ammonta a più di due miliardi di euro quanto pagato dagli utenti per l’imposta provinciale, le doppie tasse e i doppi costi di gestione del sistema ‘ Motorizzazione-Pra’”.


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