Quando il 13 marzo di quest’anno con il sorprendente nome di Francesco il nuovo Papa si affacciò alla Loggia della Basilica di San Pietro chiedendo al mondo una preghiera silenziosa per il suo predecessore e poi per sé, in pochi sapevano che cosa aspettarsi da quell’uomo che arrivava da così lontano.
Presto fu chiaro che con il suo stile il 265° successore di Pietro avrebbe fatto breccia nel cuore non solo dei cattolici. Consapevolezza che in chi lo conosceva bene o l’aveva solo incontrato qualche volta era già presente a ridosso della fumata bianca.
Vinto dallo stupore e col cuore stracolmo di gioia per l’elezione dell’amico primate di Argentina, don Mariano Fazio nell’urgente desiderio di presentare a tutti quel vescovo stese di getto in spagnolo un piccolo libro. Nato a Buenos Aires nel 1960, sacerdote dal 1991, Fazio per molti anni ha insegnato Storia delle Dottrine politiche nella Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, di cui è stato anche Rettore Magnifico. Rientrato a Buenos Aires nel 2008, attualmente è Vicario dell’Opus Dei per l’Argentina.
Ricco di citazioni del cardinale Bergoglio, il volume “Con papa Francesco. Le chiavi del suo pensiero” (Edizioni Ares – pp. 112, € 9,90) ripercorre la storia, i giudizi, il cuore e la spiritualità del nuovo Papa.
In queste pagine l’autore si ritrae in disparte lasciando la parola direttamente a Bergoglio e facendone emergere un umanissimo autoritratto. Nel racconto si intrecciano i capisaldi della spiritualità del nuovo Papa: la centralità dell’unione con Cristo e il primato della preghiera, la missionarietà di ogni cristiano, chiamato a uscire verso le periferie esistenziali; l’affidamento costante alla misericordia di Dio; il valore delle devozioni; l’inesausta passione per il dialogo che cerca convergenze.
Ma nel libro trovano spazio anche aspetti intimi della frequentazione tra l’autore e Papa Francesco. Aneddoti frutto della corrispondenza tra i due caratterizzata da alcune costanti: un biglietto con l’immagine della Vergine, calligrafia minuta e tanto affetto.
“Conservo tre lettere che mi scrisse negli ultimi anni. Ogni volta che gli inviavo qualcosa, mi rispondeva per iscritto con lettera autografa – scrive l’autore – Il formato era sempre lo stesso: un biglietto con l’immagine della Vergine che scioglie i nodi, devozione nata ad Augusta, che il cardinale aveva diffuso a Buenos Aires e che ora è meta di continui pellegrinaggi al santuario a lei dedicato in un quartiere porteño”.
Fazio trascrive alcune frasi che Bergoglio scriveva sulla parte bianca del biglietto con calligrafia minuta molto simile a quella di Benedetto XVI,per poi apporre la firma con una grafia ancora più piccola: “Ti auguro un santo e felice tempo di Natale. Gesù ti benedica e la Vergine Santa si prenda cura di te. E per favore ti chiedo di pregare e far pregare per me”.
Insieme a queste lettere l’autore del libro racconta di aver sempre ricevuto due immaginette: una di san Giuseppe e l’altra di santa Teresina del Bambino Gesù, santi verso i quali il Papa prova grande devozione, come dimostrano alcuni dettagli: sul retro dell’immaginetta di santa Teresina c’è ad esempio la “Preghiera per chiedere la rosa”. E nell’udienza concessa il 17 marzo alla presidente Cristina Kirchner, Papa Francesco le regalò proprio una rosa bianca di santa Teresina. Nella sua camera da letto nella curia porteña, teneva un’immagine della santa con un vaso pieno di rose bianche. L’immaginetta di san Giuseppe reca invece sul retro il famoso testo di santa Teresa di Gesù sull’efficacia della devozione al Santo Patriarca.