Processo Ruby, governo salvo e privatizzazioni sulle prime pagine dei giornali di oggi. “Salvate i partiti anche da se stessi” chiede Giuseppe De Rita nel suo editoriale sul Corriere della Sera, con le cinque condizioni da soddisfare in quanto “fare partito per farne strumento della politica sembra oggi drammaticamente difficile”. Ruby bis, 7 anni a Fede e Mora, indagini su B. e i suoi legali, riporta il quotidiano di via Solferino con un doppio corsivo a supporto: Luigi Ferrarella sui legali dell’ex premier, Ghedini e Longo (“insinuazioni surreali”), e Fiorenza Sarzanini che dà conto di come “Bari vuole il processo per i soldi a Tarantini”.
Il Fatto Quotidiano parla di semi buttati “da cui germinerà un nuovo processo insidioso a Silvio Berlusconi”. Mentre di tenore opposto è la prima pagina del Giornale, con “Ruby da matti: liberato un assassino, ma Fede e Mora in cella”, con riferimento agli arresti domiciliari decisi da un gip per il pirata della strada scappato dopo aver ucciso una ragazza. Con Alessandro Sallusti che nel suo fondo si interroga “vogliamo indignarci anche per i diritti negati a noi italiani non di sinistra”?.
Anche Il Messaggero mette in testa la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano con il retroscena di Marco Conti sull’ira del Cavaliere (“Come assassini”) e la ricostruzione dei personaggi coinvolti nelle cene eleganti (Nicole Minetti: “Amo davvero Silvio”).
Libero sceglie l’arma dell’ironia, con una foto dell’ex consigliera regionale lombarda con titolo: “Una sentenza scontata per un processo sbagliato”, nella consapevolezza che “a Milano è pericoloso fare i testimoni”. Mentre la prima pagina della Padania ignora tutti i fatti di giornata ed è dedicata solo all’incontro tra i governatori del nord, Maroni, Zaia e Cota.
Sul fronte del governo, il Corriere della Sera punta su “Letta che cerca il rilancio”, nella consapevolezza che se da un lato è bocciata la sfiducia ad Alfano, dall’altro secondo Epifani servirà un tagliando. Repubblica punta sulla richiesta del Pd: “serve un governo più forte”, Alfano salvo ma dal Kazakhistan “partì l’ordine: prendere quella donna”. Con la ricostruzione firmata da Bonini e Tonacci sul cablo da Astana: “Deportatela”. Mentre Francesco Merlo dedica un corsivo in punta di penna all’Angelino “dimezzato” e Stefano Rodotà un’analisi sulla “normalità deviata”.
Anche il Mattino punta sul monito di Guglielmo Epifani a Letta: “Ora si cambi”, mentre Piero Alberto Capototosti nel suo editoriale riflette sul perché “il voto non cancella la ferita aperta”.
Una foto di Matteo Renzi che parla in tv con sullo sfondo l’immagine di Enrico Letta troneggia sulla prima pagina del Giornale, con la certezza che “se il governo si salva, il Pd no”. Mentre l’Unità certifica come “Alfano resta, ma per poco”. Con le prime indiscrezioni di un rimpasto morbido in autunno, che attutirebbe i riverberi politici dell’avvicendamento al Viminale.
Economia e riforme invece sulla prima pagina del Sole 24 Ore, che dà conto dell’arrivo di nuove regole sugli appalti, con il primo sì al decreto del fare: incentivi ai macchinari e spesometro facoltativo, con particolare attenzione dedicata all’annuncio del ministro delle finanze Fabrizio Saccomanni sulla riapertura del dossier privatizzazioni. Passaggio sul quale spicca il fondo di Fabrizio Forquet con un invito preciso: “Privatizzare, non svendere”.
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