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Bergoglio a Rio, caso Del Turco e temi etici. Fatti e commenti dei giornali di oggi

Papa Bergoglio a Rio, la condanna per Ottaviano Del Turco e le fibrillazioni politiche nella maggioranza sulle prima pagine del quotidiani di oggi. La visita del Papa in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù in grande evidenza.

Per Il Fogliola chiesa con bagaglio a mano di Francesco ha in mente solo i poveri”, con un commento affidato all’ex arcivescovo di San Paolo Hummes che gli suggerì il nome da seguire e che spiega il “nuovo orientamento”.

Il Giornale sceglie invece di sottolineare “la valigia del Papa”, con Francesco che rinuncia alla Papamobile e porta solo i bagagli, con l’invito di Maurizio Caverzan a non ridurre la “sua sobrietà a folclore naif”.

Anche Il Manifesto dà conto del viaggio papale a Rio, “il primo viaggio nella sua terra, tra favela e carcere”. Mentre secondo il Corriere della sera disinnescato un ordigno ad Aparecida.

Mentre Il Messaggero riporta la cronaca del traffico brasiliano che ha “accompagnato” il Pontefice nel tragitto dall’aeroporto alla Cattedrale dove lo attendevano migliaia di giovani. Paura per le lacune della sicurezza e gran daffare per gli uomini della Gendarmeria vaticana.

Sul flop della sicurezza verdeoro la spalla del Tempo, che sottolinea “l’ingorgo da incubo” di cui resta vittima Bergoglio.

Mentre La Stampa titola ampiamente: “L’appello del Papa per i giovani: una generazione senza lavoro, a Rio l’assalto della folla nel traffico”. Con a supporto il doppio editoriale, di Gianni Riotta su “un’economia inclusiva è possibile”, e di Marco Belpoliti su “quella borsa già diventata un simbolo”.

Il caso Del Turco in evidenza, con Maria Giovanna Maglie che su Libero osserva: “La prova non c’era, la condanna sì”. Mentre sul Corriere della Sera l’ex governatore si difende: “Io, trattato come Tortora”, e condannato per le tangenti sullo scandalo sanità. Il Fatto Quotidiano affonda il colpo e titola: “Del Turco, nove anni e 6 mesi per le tangenti nella sanità”. Il pm aveva chiesto 12 anni. Condannato a 3 anni anche Angelini, il suo accusatore. Alla fine pagano tutti e due: l’uomo che aveva fotografato le “mele” ricevute dal Governatore e quello incolpato di avercele messe al posto dei soldi ricevuti. Il tribunale abruzzese ieri ha scritto il primo verdetto sugli accreditamenti nelle cliniche regionali. E lui: “C’è l’appello”. Mentre in apertura il quotidiano diretto da Antonio Padellaro punta su un’altra inchiesta, questa volta sulle “banche in sofferenza”, con il caso Marche pronto a scoppiare: “Il nuovo presidente Massera parla di disastro, mentre il governatore Spacca chiede agli imprenditori di tassarsi per salvare l’istituto di Jesi”.

E veniamo alle fibrillazioni nella maggioranza. “Pd:no a diktat sull’omofobia” apre Repubblica, dando conto di un nuovo fronte di scontro nella compagine di governo, dopo il caso kazako, tutt’altro che rientrato, con il ministro degli esteri Emma Bonino che denuncia: “Ci sono ancora punti oscuri”. Condito dal retroscena firmato da Goffredo De Marchis sul “patto antifalchi tra Epifani e Alfano”. Un passaggio, quello sul ruolo della Farnesina, al centro delle parole sul Foglio dell’ex ambasciatore Sergio Romano, che riflette come il ministero degli esteri “viene sistematicamente scavalcato dagli atri organi dello Stato”.

“Fumo di stato, la guerra delle sigarette” è il titolo di apertura del Giornale, con “la scienza che promuove quelle elettroniche, ma il governo ha varato una super tassa del 58% con la scusa della salute. In realtà è un imbroglio per favorire il tabacco tradizionale e fare cassa: le accise valgono 13 miliardi l’anno”. Ma la scena politica è solcata dalle polemiche sui temi etici e il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti affronta l’argomento con due chiavi di lettura: il sì ai nuovi diritti spiegati nell’editoriale di Giordano Bruno Guerri, perché “solo così potremo scuotere l’Italia arretrata”  e l’opinione opposta vergata da Paolo Granzotto “prima dei diritti viene il dovere di salvare i conti”.

Infine il royal baby, nato l’erede di William e Kate: adesso scatta il toto-nome.

twitter@FDepalo

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