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Ecco la strategia di Papa Francesco. Parla Rodari

Sono in molti a essere sorpresi di come Papa Francesco, appena arrivato sul soglio pontificio, abbia saputo dare al Vaticano una personale impronta.
La sua, è una Chiesa che vuole rinnovarsi non solo nello spirito, ma anche nella simbologia: sono continui i suoi richiami alla sobrietà e all’apostolato.

Ciò si è incrociato con uno dei problemi più spinosi degli ultimi anni, quello riguardante lo Ior, la banca vaticana al centro di alcune inchieste.
Un dossier che Papa Francesco ha affrontato di petto, azzerando i vertici dell’istituto – preludio forse anche ad una rivoluzione in Curia e nella Segreteria di Stato – ricordando come la Chiesa non debba concentrarsi troppo su faccende “terrene”, che non abbiano a che fare con opere di carità e di fede.

In una conversazione con Formiche.net, il vaticanista di Repubblica Paolo Rodari – già al Foglio e autore del recente romanzo “L’altare dell’ultimo sacrificio” – spiega perché tutte le mosse del Pontefice fanno parte di una precisa strategia.

Rodari, quale piano ha in mente Papa Francesco?
Il suo è per ora un papato all’insegna della discontinuità. Rispetto ai suoi predecessori ha preferito concentrarsi su temi sociali, piuttosto che su temi etici. Non che non gli stiano a cuore o che la pensi diversamente da altri Pontefici. Quei temi rappresentano l’ossatura della Chiesa. Piuttosto, crede ci siano altre priorità.

È per questo che non parla apertamente di politica?
Io credo che per il momento preferisca non soffermarsi sui cosiddetti temi “non negoziabili”, quei problemi che vedono da tempo vedono contrapposta la Chiesa Cattolica alla cultura dominante: aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale. Temi presenti nelle agende politiche di governo.

Come mai?
È una strategia. Predilige mantenere il riserbo su questioni che coinvolgono così direttamente la sfera politica, evitando di ribadire il pensiero della Chiesa. Questo segna una maggiore distanza. Credo che i temi più scottanti saranno delegati ai vescovi.

Riserbo meno evidente negli affari interni al Vaticano. Nel caso Ior ha azzerato i vertici e organizzato una commissione d’inchiesta. Operazioni che qualcuno ha letto come una bocciatura dell’operato del Segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
Di sicuro c’è che l’approccio di papa Francesco pare essere diverso anche in questo dai suo predecessore Benedetto XVI. Mentre lui ha avuto Segretari di Stato “forti” come Sodano e Bertone, il Pontefice attuale pare indirizzarsi verso una segreteria papale, così come verso una riforma generale degli organismi di Stato. Per quanto riguarda lo Ior invece, che rientra in questa riforma, sarà rinnovato negli uomini e nelle caratteristiche. Ma è ancora presto per dire come, anche se lo scorporo tra attività speculative e gestione ordinaria del patrimonio sembra un’ipotesi abbastanza fondata.

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