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F-35, ecco perché Napolitano è stato impeccabile

f-35

Le frasi con cui il Quirinale ha richiamato il Parlamento alla responsabilità sulla partecipazione italiana al programma F-35 hanno generato le immediate reazioni del mondo politico e militare.
Il Parlamento – si leggeva in una nota diramata a seguito del Consiglio supremo di difesa di oggi – non può avere un diritto di veto su “decisioni operative” sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate che spettano al governo.
Una presa di posizione, quella del Quirinale, maturata dopo la mozione passata alla Camera il 26 giugno scorso nella quale si sostiene sia il Parlamento ad autorizzare l’acquisto degli F-35, i caccia americani di Lockheed Martin partecipati da Finmeccanica.

NESSUNA CONTRADDIZIONE
A dare un’interpretazione delle parole di Giorgio Napolitano è Nicola Latorre, senatore del Partito Democratico e presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama, secondo il quale “un Paese industriale moderno come il nostro che fa parte di un consesso internazionale deve riqualificare il sistema della Difesa, non smontarlo. E la sua riorganizzazione deve avvenire sempre nel pieno rispetto del Parlamento, come del resto afferma la legge 244 del 2012”
In questo senso, ha aggiunto Latorre, “il Consiglio Supremo di Difesa oggi ha fornito un contributo importante alla discussione in atto, legittimando lo spirito della legge 244 senza contraddire, come è stato impropriamente osservato, le decisioni contenute nella mozione di maggioranza appena approvata alla Camera e rispettando tutto il dibattito parlamentare svoltosi sul tema”. Secondo il presidente della commissione Difesa del Senato, il ruolo superpartes del Quirinale è intatto e non vi è contraddizione, né scontro tra poteri, perché si è “altresì sottolineata l’esigenza di rimanere sempre nel quadro di un rapporto fiduciario fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli degli organi dello Stato. Ogni altra polemica – pertanto, conclude Latorre – è pretestuosa”.

QUALE FUTURO PER LA DIFESA
Sul tema è intervenuto anche il generale dell’Aeronautica Militare Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa ed ex consigliere militare di diversi premier tra cui Massimo D’Alema, Giuliano Amato e Silvio Berlusconi.
È importante – ha detto – che il Parlamento sfrutti questa fase di riflessione per approfondire il tema degli F-35, importante per la difesa italiana. Le parole del Quirinale stimolano a non vedere la questione solo da un punto di vista ideologico, ma soprattutto tecnico. Non bisogna lasciare spazio a chi vuole battersi sul terreno della strumentalizzazione. Per far questo – commenta il generale – è cruciale concentrare gli sforzi verso la comprensione di quale futuro debba avere la difesa italiana in ambito europeo e di Patto Atlantico. Se non decidiamo che ruolo debbano avere le nostre Forze Armate, non sapremo nemmeno quali sono gli strumenti del quale è opportuno dotarle. E da troppo tempo, in Italia, manca una discussione puntuale su questo. Una discussione – rileva Tricarico – che il mandato del Ministro Mario Mauro pare aver iniziato con prospettive giuste”.


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