Un’esposizione organizzata dall’Accademia di Francia a Roma in collaborazione con la Vancouver Art Gallery, che ne ha ospitato nel marzo 2013 la prima tappa. Curata dal critico Jean-François Chevrier e dall’artista Jeff Wall, si inserisce nell’ambito della XII edizione di Fotografia – Festival Internazionale di Roma e propone per la prima volta in Italia un centinaio di opere di diverse dimensioni dell’artista, ripercorrendone quarant’anni di carriera: ritratti intimi, paesaggi rurali e periferie urbane, nature morte, un corpus d’immagini che traccia una cartografia dell’Europa, dove le profondità della storia sono indissolubilmente legate al presente, in una narrazione complessa e molteplice che rivela alcuni aspetti fondamentali dell’identità nazionale e di classe dei soggetti ritratti.
Patrick Faigenbaum è una delle figure più significative nel panorama della fotografia contemporanea. Le sue opere sono presenti nelle principali istituzioni, dal Metropolitan Museum of Art di New York al Centre Pompidou di Parigi. Nel 2008 il Museo di Grenoble gli ha dedicato un’importante retrospettiva. Lo scorso 10 giugno ha vinto il prestigioso Premio Henri Cartier-Bresson, un autorevole riconoscimento che gli permetterà di realizzare il progetto “Kolkata” dedicato alla città di Calcutta.
Faigenbaum acquisisce una notorietà internazionale negli anni ’80. Ed è proprio dal 1985 al 1987 che è ospite come borsista presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, dove inizia a lavorare alla celebre serie di ritratti delle famiglie aristocratiche italiane, realizzata tra Firenze, Roma e Napoli. La mostra celebra quindi il ritorno dell’artista parigino a Villa Medici.
Da principio il suo lavoro di artista si iscrive nella tradizione pittorica, concentrando l’attenzione su personaggi e ritratti in un contesto che sembra essere fuori dal tempo. Successivamente il suo percorso lo porta a lavorare sulla realtà del mondo: la città e la natura, sia attraverso la tecnica in bianco e nero che quella a colori.
Il critico e curatore d’arte Jean-François Chevrier, che ha seguito Faigenbaum sin dagli esordi della sua carriera, conoscendo la sua arte come nessun’altro, così ne descrive la poetica: “L’alternanza di bianco e nero e colore indica la coesistenza di due mondi che corrispondono a due epoche, oggi contemporanee. Il colore è arrivato dopo i ritratti delle famiglie, quando Faigenbaum ha iniziato a interessarsi all’attualità delle metropoli urbane. Ma il bianco e nero, ossia il gioco sui valori di grigio, persiste. È il dominio e la fonte del chiaroscuro, la condizione del corpo nella comprensione del volume atmosferico. Dona all’aria il peso delle ceneri che favorisce una modulazione di luce e forme modellate. Più astratto del colore, ha introdotto con discrezione l’immagine fantastica nella realtà possibile, se non veritiera del quotidiano.”
E aggiunge Jeff Wall: “Patrick lavora per costruire quella che si potrebbe definire ‘un’immagine storicamente rivelatrice’, ovvero un’immagine che rivela aspetti fondamentali dell’identità di un Paese. Naturalmente si tratta di un esperimento completamente riuscito, egli infatti riesce a catturare i sentimenti dei suoi personaggi nella loro algida dignità e la piena conoscenza del loro status, caratteristiche che li hanno sempre distinti attraverso i secoli”.
Venerdì 4 ottobre alle ore 18 un incontro presso il Museo Macro al quale, insieme a Patrick Faigenbaum, partecipano i due curatori dell’esposizione Jeff Wall e Jean-François Chevrier e il Direttore dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici Éric de Chassey.
Patrick Faigenbaum nasce nel 1954 a Parigi dove vive e lavora. È attualmente professore presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. I suoi lavori sono esposti presso la Galerie Nathalie Obadia (Parigi, Francia), Barbara Mathes Gallery (New York, USA), Metropolitan Museum of Art (New York, USA), MANM, Centre Pompidou (Parigi, Francia), MACBA (Barcellona, Spagna), Le Point du Jour (Cherbourg, Francia), Gladstone Gallery (New York, USA), Galerie de France (Parigi, Francia).
Il catalogo della mostra è pubblicato dalla casa editrice Punctum. Un’esposizione realizzata grazie a Edwige e Olivier Michon, sostenitori affezionati delle attività culturali dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.