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Il tira e molla tra Google e l’Antitrust europeo

Se il dominio di Google è inarrestabile, l’Unione europea non intende mollare. Il Commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha chiesto ieri a Google di fare uno sforzo in più per tranquillizzare quanti dichiarano di sentirsi discriminati nella competizione con il gigante californiano.
Almunia aveva fatto sapere che Bruxelles si sarebbe espressa dopo aver esaminato tutte le osservazioni giunte da parte delle aziende interessate che hanno partecipato al market test in cui l’autorità di vigilanza europea chiedeva un parere a riguardo alle altre società attive nel settore e a parti terze. E così è stato fatto. “A seguito dell’analisi di mercato terminata lo scorso 27 giugno, ho concluso che le proposte che ci ha inviato Google non sono sufficienti a superare le nostre preoccupazioni”, ha spiegato Almunia. “A questo proposito, ho scritto una lettera a Google, al signor Schmidt (presidente esecutivo di Google), chiedendo a Google di presentare proposte migliori”, ha detto.

Le finte mosse di Google

Le proposte presentate da Google ad aprile per mettere fine all’indagine dell’antitrust per abuso di posizione dominante che dura da tre anni, andavano migliorate dunque. Ma le mosse di Google per evitare la multa non hanno convinto i suoi concorrenti che hanno così respinto tutti i ‘rimedi’ anticoncorrenza che l’azienda di Mountain View ha presentato alla Commissione Ue.
Convinta che una regolamentazione più severa a livello europeo verso l’uso dei motori di ricerca su Internet potrebbe finire per penalizzare l’innovazione, Google si limitò a rendere chiaramente identificabili i risultati di una ricerca che rimandano ai suoi servizi e a evidenziare anche i link ai motori di ricerca concorrenti.

Le criticità evidenziate da editori e operatori

I maggiori editori europei di giornali quotidiani e periodici e le loro associazioni di categoria avevano anche predisposto un documento comune in cui si evidenziavano le criticità delle proposte di Google per bloccare la procedura di abuso. Nel documento si chiede “l’immediato rigetto” delle proposte e si ribadisce “la necessità dell’adozione di uno Statement of Objections, passo necessario per il proseguimento dell’indagine europea”.

Secondo un gruppo di 17 operatori battezzato FairSearch di cui fanno parte, tra gli altri, Microsoft, Oracle, Nokia, Expedia e TripAdvisor, i rimedi presentati inoltre erano talmente dannosi che ”sarebbe meglio non fare nulla”, perché se la Commissione li avesse accettati, avrebbe messo fine all’indagine su Google senza risolvere i problemi dei suoi concorrenti.

La risposta di Google

Al Verney, portavoce di Google, ha dichiarato che proseguirà la collaborazione con l’Antitrust europeo, ribadendo però che le misure proposte dall’azienda rispettavano le quattro categorie indicate da Bruxelles.

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