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I bastoni e un Grillo che ricorda Bossi

“La gente vuole prendere i fucili, i bastoni e sono io a dire proviamo ancora con la democrazia”.

Una volta c’era Bossi che minacciava i forconi, adesso con Grillo siamo passati ai bastoni. Che già, pur nella costanza dei fucili, sarebbe un po’ un regresso, ma invece non dobbiamo preoccuparci perché il buon Beppe, già monopolista di etica, trasparenza, onestà, rappresentatività e un sacco di altre cose, oggi si è autonominato anche argine unico contro le piazze giudicate a un passo dalla rivoluzione.

Cosa che d’altra parte, si sa, è un grande classico della penisola italica, un luogo la cui storia abbonda di episodi rivoluzionari almeno quanto i cinquestelle abbondano di premi Nobel.

Ma Grillo ci crede, e nel corso dell’incontro col Presidente Napolitano, richiesto, fatto rimandare e infine tenutosi questa mattina, ha insistito sulla drammatica crisi di un Paese che, fossimo sull’altra sponda del Mediterraneo, i tg definirebbero pronto a esplodere come una polveriera. Soluzione? “Sciogliere le Camere e tornare al voto”, che non si capisce bene come potrebbe incidere sulla crisi economica, ma insomma, non è che Beppe debba spiegare proprio tutto, soprattutto quando parla ai giornalisti, categoria della quale mostra sempre di avere considerazione leggermente inferiore a quella che ha di partiti politici e serial killer.

Soluzione da attuare in fretta, sia ben chiaro, perché “noi vogliamo buttare fuori i partiti con metodi democratici, però poi ci stuferemo”. E, dovesse mai succedere, chissà cosa potrebbe accadere. Forse, dopo giacca e cravatta, i cinquestelle potrebbero addirittura togliersi la camicia in Aula. Ma è uno scenario talmente fosco che si fa fatica anche solo a immaginarlo.


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