Nell’ambito della linea dura contro la pedopornografia e la criminalità transnazionale e organizzata il Papa, attraverso un Motu Proprio, ha esteso le leggi penali approvate dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano anche all’ambito della Santa Sede.
La nuova normativa è stata presentata stamani in una conferenza stampa con Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale Vaticano e con padre Federico Lombardi.
La riforma del codice penale varata oggi da Papa Francesco prevede lo stop all’ergastolo, sostituito con la reclusione da 30 a 35 anni, pene più severe per i reati contro i minori e il riciclaggio.
L’introduzione nell’ordinamento vaticano dell’art. 116 bis per chi trafuga documenti farà sì inoltre che chiunque riveli notizie riservate rischi ora da sei mesi e a due anni, con pene che possono arrivare anche ad 8 anni.