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Illy manda il caffè di traverso a Monti

Che i rapporti tra Mario Monti e il mondo imprenditoriale si fossero deteriorati era chiaro da tempo. L’esperienza di governo del professore bocconiano non ha soddisfatto appieno le aspettative degli industriali italiani, che hanno sempre considerato troppo “tiepide” le riforme attuate dal suo esecutivo tecnico.

Oggi, la richiesta di Monti della firma, da parte di Pd, Pdl e Udc, di una sorta di “contratto di coalizione al quale legare il destino del governo Letta aumenta la sfiducia degli industriali nell’agire del professore, che potrebbe con i diktat destabilizzare il governo e mettere a repentaglio i passi in avanti verso la crescita faticosamente fatti dall’esecutivo di larghe intese.

L’EDITORIALE DI POLITO
A stigmatizzare le ultime mosse del suo movimento politico, Scelta Civica, ha contribuito anche la stampa, in particolare il Corriere della Sera, che in Monti aveva (ce l’avrà ancora?) uno degli editorialisti di punta. In un commento affidato alla penna di Antonio Polito, proprio ieri il quotidiano di via Solferino criticava il “contratto” di stampo teutonico invocato dall’ex presidente del Consiglio.

IL CAFFÈ AMARO DI ILLY
Ora, a rincarare la dose è un editoriale a firma di Riccardo Illy, imprenditore e titolare del celebre marchio di caffè, uno dei simboli del made in Italy di qualità apprezzato anche fuori dai confini della Penisola.

Nelle righe dell’industriale – comparse su Inpiù, iniziativa editoriale diretta da Giancarlo Santalmassi – si evince tutta la delusione e il disappunto per l’agire del professore, sul quale tutti, a partire da Confindustria, puntavano molto.

Quando Monti fu nominato primo ministro per salvare l’Italia – scrive l’imprenditore – “fu salutato con entusiasmo dalla larga maggioranza degli italiani, dai mercati finanziari e tutti i Governi dei Paesi amici. La sua competenza accademica e l’esperienza dell’Università Bocconi, di diverse società e da Commissario europeo ne “facevano la miglior possibile guidaIl fatto che “gli mancasse una vera esperienza politica sembrava quasi un elemento di distinguo, persino un vantaggio. Alla fine si è dimostrato invece il suo tallone di Achille.

LA RABBIA DEGLI IMPRENDITORI
Forse – aggiunge Illy – ci aveva preso troppo gusto, a governare, forse si stava prendendo troppo sul serio” E così “le tanto attese riforme hanno subito ogni sorta di annacquamento, distorsione, rinvio, lasciando alla fine ben poco di utile alla fase del rilancio” e ne hanno “eroso la autorevolezza”. Oggi chiede “una “verifica” – parola e concetto ereditati dal peggiore periodo della prima repubblica – al suo successore Letta sia proprio quel Mario Monti che, osannato prima quale tecnico eccellente “vergine” di politica. Una parabola con un triste epilogo” conclude Illy.

Ballarò : Intervista a Mario Monti (fonte video: Rai)

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