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Destinazione Italia: obiettivi, uomini, sfide e problemi

Una moral suasion nei confronti degli investitori stranieri, per spiegare loro che l’Italia sta cambiando e che nel nostro Paese non saranno scoraggiati dalla burocrazia pachidermica e da mille lacciuoli. Nasce così “Destinazione Italia”, un nuovo progetto presentato dal premier Enrico Letta per rilanciare gli investimenti stranieri e attirare capitali freschi nel Paese. “Sono troppo scarsi gli investimenti esteri nel nostro Paese – ha sottolineato il premier in una conferenza stampa venerdì scorso – il progetto coinvolgerà diversi ministeri e sarà oggetto di una approvazione da parte del Consiglio dei ministri a settembre, dopo il coinvolgimento di parti sociali e regioni e di tutti i soggetti che possano aiutare ad attrarre investimenti esteri in Italia”.

Cosa farà e come
Il modello è l’Irlanda, capace in quattro anni a farsi ricettrice per chi ha notevole disponibilità finanziaria e voglia di investirla. Ma il nodo sarà l’Expo, l’appuntamento milanese che diventerà un banco di prova. Fallire nel 2015 significherebbe dire addio alle flebili speranze di fare del Paese un luogo finanziariamente sexy per fondi di investimento e paperoni qatarioti. Entro il mese di luglio Letta ha annunciato l’inizio dei lavori, con un gabinetto permanente che si occuperà di dare gambe e slancio a “Destinazione Italia”.

Gli attori
L’obiettivo è giungere a settembre con un dossier pronto ad essere applicato, magari con un decreto legge ad hoc, con la partecipazione attiva di Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo retto da Flavio Zanonato, Alessandro Fusacchia, consigliere per la diplomazia economica del dicastero degli Esteri guidato da Emma Bonino e da Fabrizio Pagani consigliere del premier Letta. Il tutto servirà a comporre un pool che lavorerà insieme agli altri ministeri interessati per individuare le priorità, i settori e i territori su cui concentrare i top investitor mondiali. Mae e Mise, in stretto rapporto con Palazzo Chigi, stenderanno materialmente il dossier, da sottoporre a consultazione pubblica

Obiettivi
Non da piccolo cabotaggio, dal momento che non sarebbero utili alla voce “entrate”. Ma grosse operazioni con riverberi importanti: il riferimento è a un pacchetto di interventi come le riconversioni industriali, la creazione di nuovi stabilimenti o anche acquisizioni ma con, oltre ad un introito preciso, il mantenimento della produzione nel Paese. Particolare niente affatto secondario.

Commenti
Il ministro degli esteri, Emma Bonino: “È un decisivo salto di qualità per la diplomazia economica che lavorerà in stretto raccordo con il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato per rendere l’Italia un paese attraente per i maggiori investitori”.

Il presidente del Comitato investitori esteri di ConfindustriaGiuseppe Recchi: “Le imprese multinazionali estere in Italia, che rappresentano 500 miliardi di fatturato aggregato e 3 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti accolgono con grandissima soddisfazione questa disponibilità e sono pronte a collaborare e a incalzare il Governo per raggiungere al più presto risultati concreti”.

Il Desk Italia
Attenzione però a non pestare i piedi ad un altro organismo, il Desk Italia, voluto dall’ex premier Monti come una sorta di sportello unico per le imprese estere, con cui sarà imprescindibile creare un raccordo che preveda anche l’intreccio con Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti, che dovrebbe essere l’esecutore materiale dei progetti.

Annunci ed emergenze
Ma al di là degli annunci futuri, restano alcune emergenze come l’avvio della produzione del giacimento petrolifero offshore di Ombrina Mare (a circa 6,5 chilometri dalla costa abruzzese) che subisce un nuovo ritardo, come ha denunciato Medoilgas Italia. Spiegando che il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha chiesto “di avviare la procedura AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) prima del rilascio del decreto di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale)’”. Una decisione contro cui Medoilgas Italia “si riserva di opporsi con gli strumenti di legge” in quanto “contraddice quella precedentemente assunta” dal ministero il 24 ottobre 2012 “senza che sia intervenuto alcun elemento nuovo – di carattere progettuale, normativo o riguardante il contesto ambientale – a giustificare tale decisione”. Medoilgas Italia osserva inoltre che “oggi il ministero ordina un nuovo supplemento istruttorio che, oltre a essere in contraddizione con quanto precedentemente indicato dallo stesso ministero, e a prescindere dal fatto che sia o meno legittimo, avrebbe potuto in ogni caso essere disposto precedentemente e quindi essere probabilmente già stato condotto a termine”. La decisione di anticipare la procedura AIA, secondo il gruppo “lancia l’ennesimo segnale negativo alla comunità degli investitori internazionali a pochi giorni dalla notizia diffusa da Confindustria relativa al crollo del 75% di tali investimenti nel nostro Paese nel 2012”.

twitter@FDepalo

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