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Monti, Casini e Montezemolo. Uniti per finta in Italia e divisi davvero in Europa

A guardare il dibattito politico italiano sembra di leggere i passi della Bibbia in cui descrive la costruzione della torre di Babele. Qui però non c’è la volontà comune di elevarsi al cielo nè si scorge la mano divina: si nota solo la confusione e il fatto che ciascuno parla una lingua incomprensibile agli altri.

Da noi, da vent’anni a questa parte, in tanti (giornali, università, partiti) hanno promosso l’idea di una politica “nuova”, sganciata dalle tradizioni culturali relegate nel recinto stretto delle ideologie da superare. Il risultato è stato quello di erigere contenitori fragili e contraddittori. Al punto da giungere alla Babele di oggi. Quali siano gli effetti sul Pd è ormai evidente. Lì solo un candidato alla segreteria, l’eurodeputato Gianni Pittella (vicepresidente del Parlamento Ue), ha posto come centrale e determinante il tema dell’identità. Per il resto è un gioco degli specchi fra le singole correnti che hanno come finalità solo quella di perpetuare la loro rendita di posizione.

Se la sinistra piange, gli altri non ridono. Colpisce in modo particolare la polemica che sta attraversando il movimento fondato da Mario Monti. L’ex presidente del Consiglio aveva individuato in Bruxelles e nel Partito popolare europeo la sua fonte battesimale, la giustificazione mistica (e al contempo concretissima) per la sua “salita” in campo. Come non ricordare quel vertice dei premier del Ppe in cui il presidente della Bocconi si propose di fatto come leader moderato alternativo a Berlusconi?

Bene, facendo questo piccolo sforzo di memoria, si potrebbe conseguire che, al netto del giudizio di merito sulla sua offerta di partito, Monti non abbia dubbi circa la sua affiliazione politica in Europa e cioè nel Ppe. Siccome però in Italia nulla è come dovrebbe e riusciamo a complicare anche gli affari più semplici, ecco che il “professore” stoppa i suoi e chiede di non fare fughe in avanti (sic) poichè Scelta Civica non ha scelto ancora come schierarsi, se nel Ppe o in qualche altro gruppo.

L’Udc, alleata di Monti ma rimasta indipendente, è alle prese con un dibattito interno molto serrato ma se c’è un punto fermo su cui tutti concordano è proprio l’adesione all’antica famiglia politica cui nel tempo ha voluto iscriversi anche Berlusconi ed il suo partito (Forza Italia prima e Pdl poi). Nel Ppe infatti hanno potuto e possono convivere anche forze politiche diversamente collocate in politica interna.

In passato convivevano a Bruxelles sia l’Udeur alleato della sinistra che Berlusconi leader del centrodestra così come i centristi di Casini e Cesa. Proprio nell’europarlamento hanno costruito una loro storia personale deputati di lungo corso come Mario Mauro, ora ministro della Difesa, e Giuseppe Gargani.

Dentro la tradizione popolare europea, anche recente, si iscrivono in tanti, molti dei quali figli della diaspora democristiana. Nessuno, sia chiaro, può neppure fantasticare un ritorno alle origini. Il fatto che vi sia però un tentativo di rimettere insieme i cocci di tante storie personali e collettive sotto l’insegna unitaria (non necessariamente unica) del Ppe è tutto tranne che una bestemmia. Incomprensibili piuttosto sono gli anatemi contro chi, anche nel partito di Monti, si interroga sul futuro e sulle prossime elezioni europee.

Italia Futura sta delineando con Nicola Rossi, Andrea Romano e Carlo Calenda un suo specifico e originale profilo che tende ad avvicinare il pensatoio montezemoliano all’area dei liberali democratici, la stessa cui verosimilmente si iscriverebbe Matteo Renzi se andasse a Bruxelles e la stessa che un tempo presidiava Rutelli (i cui seguaci oggi sono in gran parte proprio con il sindaco di Firenze). Va da se che sulla base di una chiarezza di fondo sulle appartenenze e sui valori culturali, una collaborazione (anche competitiva) fra Udc/Ppe e Italia Futura è possibile.

Ciò che appare più difficile è immaginare che Scelta Civica resti nel guado. O si trasforma in una scelta politica o rischia di restare una non scelta.



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