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L’asse Renzi-D’Alema resiste in un caotico Pd

Il Partito Democratico ripiomba nel caos. La direzione nazionale chiamata a discutere (e decidere) dei tempi del prossimo congresso, si è conclusa senza voti. L’idea di far esprimere la platea sulla relazione del segretario è stata accantonata, dopo le tante critiche arrivate alla linea esposta oggi, in sintonia con il clima teso della vigilia e delle scorse settimane.

LE PROPOSTE DI EPIFANI
Guglielmo Epifani, nella sua relazione, si è espresso positivamente sull’operato del governo, sottolineando che non si tratta di una “pacificazione” con il Pdl. Riguardo il congresso, il segretario aveva indicato come data approssimativa di svolgimento la fine di novembre. Un piccolo anticipo rispetto a quanto detto la mattina in una riunione di segreteria, durante la quale Epifani aveva indicato il 15 dicembre come la data che avrebbe proposto per le primarie. La prossima assemblea nazionale si dovrebbe riunire – ma a questo punto il condizionale è d’obbligo – il 14 settembre.

LE CRITICHE DEI RENZIANI
Un Matteo Renzi nervoso ha lasciato Largo del Nazareno senza proferire parola. Ci hanno pensato i suoi fedelissimi, però, a manifestare l’opinione del sindaco di Firenze su quanto veniva discusso in direzione. Angelo Rughetti, su Twitter, ha replicato a Epifani sul congresso, dicendo: “Non mi sembra spetti alla direzione del Pd decidere ma all’Assemblea nazionale”. Ancora più duro Andrea Marcucci: “Alla direzione Pd – spiega – hanno già dimenticato la batosta delle ultime elezioni e si predispongono ad incassare la prossima”. L’ex radicale, ora renziano, Roberto Giachetti, ha invece detto sarcasticamente: Perché far votare gli “aderenti” al Pd per eleggere il segretario, meglio limitarsi ai “dipendenti”.

LE NOTE DI CUPERLO
A conferma dell’esistenza di un asse tra Matteo Renzi e Massimo D’Alema, sono arrivate anche le critiche di Gianni Cuperlo, vicino all’ex ministro degli Esteri.
Cuperlo ha chiesto di anticipare la presentazione delle candidature. Il leader dei giovani turchi, parlando in direzione, ha espresso “dubbi sui tempi: il congresso è già iniziato, anche nella base, nelle feste. Posticipare la presentazione delle candidature a dopo i congressi regionali vuol dire ignorare la vita del partito. Dobbiamo avere fiducia nei nostri militanti. Dobbiamo anticipare la presentazione delle candidature a segretario“. Anche Nicola Latorre, in passato legatissimo a D’Alema (e alcuni dicono ancora oggi, nonostante le apparenze) ha twittato che il congresso del Pd va svolto “subito” e dovrà essere “aperto e partecipato per contribuire al rinnovamento democratico“.


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