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Repubblica gonfia di imbarazzo

Più che una sinfonia, le filippiche del “partito di Repubblica” somigliano sempre più a un concerto stonato.
Il quotidiano, nelle scorse settimane, aveva ormai abbracciato in modo evidente la causa renziana, lanciando attraverso i suoi articoli fendenti quotidiani a Enrico Letta e al suo esecutivo – in particolar modo al principale imputato del giallo kazako, il vicepremier Angelino Alfano – con l’intento di scardinare il governo di larghe intese.

LA SVOLTA DI SCALFARI
A cambiare per l’ennesima volta le carte in tavola ci ha pensato Eugenio Scalfari. In una delle sue consuete “omelie” cartacee, il fondatore di Repubblica ha posto l’accento sulla necessità di una legge elettorale prodromica al voto anticipato, che consentisse al prossimo governo di avere una maggioranza solida e che desse ai cittadini la possibilità di scegliere in modo più puntuale i propri rappresentanti.
La legge elettoraleaveva scritto Scalfariche è stata infilata (non si capisce perché) nella legge costituzionale affidata all’apposita commissione dei 40, va rimessa a disposizione del Parlamento. Non si può infatti correre il rischio che un ritiro della fiducia al governo da parte di un partito avvenga senza l’abolizione del Porcellum. Si tratta di una legge ordinaria ma fondamentale e non può essere sottratta alla libera disponibilità del Parlamento“.
Una posizione, quella del fondatore del quotidiano, che ribalta lo schema precedente e che ha indotto – secondo gli osservatori più maliziosi – il direttore di Repubblica, Ezio Mauro a metterci la classica “toppa”.

LA VIRATA DI MAURO
In un editoriale comparso oggi su Repubblica, il direttore Mauro descrive il Parlamento attuale come “imballato” in un sistema “impotente“, con “la politica che non riesce a dar forma alle istituzioni, nemmeno a quella suprema“.
L’alleanza “contronatura tra destra e sinistra – aggiunge Mauro per sposare la nuova tesi di Scalfari – “si giustifica solo se fa” cose “indispensabili per sgombrare la strada ostruita della politica e riportare il Paese al voto”: e una di queste è “cambiare la legge elettorale.
Perché il sistema “ritrovi ossigeno, autonomia e libertà – conclude il direttore di Repubblica – serve almeno l’abolizione immediata del Porcellum, per rendere agibile il percorso elettorale quando servirà“.

Un percorso del quale il Pd (in chiave renziana?), secondo Mauro e Scalfari, dovrebbe farsi battistrada.

La domanda, però, sorge spontanea: Enrico Letta si farà disarcionare dal partito di Repubblica?

Servizio Pubblico : Legge elettorale

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