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Attacco terroristico in Yemen? Una bufala. Parola di al Qaeda

L’organizzazione di al Qaeda nello Yemen ha negato oggi di aver pianificato degli attentati che avrebbero spinto gli Stati Uniti a chiudere 19 sedi diplomatiche nella regione a inizio agosto.

In un comunicato postato su dei siti jihadisti, al Qaeda nella penisola arabica (Aqpa) ha smentito inoltre le informazioni confermate dal presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi secondo le quali le intercettazioni da parte americana di alcune conversazioni fra i suoi leader fosse all’origine dell’allerta. Il presidente Hadi “ha ripetuto quanto affermato dai servizi americani su dei contatti telefonici fra i leader dei mujaheddin e altre informazioni prive di senso e destinate a giustificare il complotto americano in Yemen per uccidere i musulmani”, recita il comunicato. Il presidente yemenita “ha affermato che i mujaheddin volevano far esplodere dei camion bomba contro dei siti petroliferi nel Paese e noi smentiamo queste informazioni”, aggiunge la nota. Il comunicato accusa poi Hadi di voler così “giustificare gli atti criminali degli americani”, i cui droni continuano a dare la caccia ai militanti dell’Aqpa in Yemen, e assicura che al Qaeda “è determinata a risparmiare il sangue dei musulmani”.

Il presidente dello Yemen aveva rivelato che una promessa del numero uno di Aqpa, Nasser Al Whaychi al leader di al Qaeda, Ayman al Zawahiri, di compiere un attentato che “cambierà la storia”, era stata la causa della chiusura a inizio agosto delle ambasciate occidentali. Hadi aveva precisato che il presidente americano Barack Obama lo aveva informato nel corso di un incontro il primo agosto alla Casa Bianca che i servizi americani avevano intercettato una conversazione fra il capo di Aqpa, la cui sede è in Yemen, e Ayman al Zawahiri in tal senso. Gli Stati Uniti avevano deciso di conseguenza di chiudere 19 missioni diplomatiche in dei Paesi musulmani, fra cui lo Yemen, il 4 agosto. Anche Francia, Regno Unito e altri Paesi occidentali avevano chiuso le loro rappresentanze diplomatiche in Yemen.

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