È stato arrestato al Cairo il capo dei Fratelli musulmani, Mohamed Badie (nella foto). A riferirlo la tv di Stato egiziana. La notizia è stata confermata dal ministero dell’Interno con la pubblicazione di una foto dell’uomo dopo il fermo.
L’arresto del leader dei Fratelli musulmani
Mohamed Badie non è solo il leader dei Fratelli musulmani ma anche la loro guida spirituale. Il suo arresto, come riferisce al Jazeera, è “incredibilmente significativo”. L’inviato dal Cairo della televisione del Qatar, Bernard Smith, afferma che l’arresto di Badie era stato sempre considerato una linea rossa da non sorpassare, ma le forze militari governative non se ne sono curate. Ora gran parte dei leader della Fratellanza sono detenuti e lo stesso figlio di Badie, Ammar, è stato ucciso durante le proteste del “giorno della rabbia” con un colpo di arma da fuoco.
Chi è Mohamed Badie
Professore di patologia veterinaria, il capo della Fratellanza era stato arrestato la prima volta nel 1965 e condannato a 15 anni di reclusione insieme ad altri attivisti. Dopo essere stato liberato ed essersi dedicato all’insegnamento – senza abbandonare la militanza nei Fratelli musulmani – è stato nuovamente arrestato nel 1998 e scarcerato nel 2003 e solo dopo l’elezione di Mohamed Morsi ha fatto risentire la sua voce. Un leader dalle poche apparizioni pubbliche, l’ultima è stata all’indomani della destituzione di Morsi, in cui Badie ha proclamato la sua lealtà e quella dei Fratelli musulmani verso il presidente destituito.
Il futuro della Fratellanza
Gran parte dei leader dei Fratelli musulmani sono ora sotto custodia dell’esercito egiziano, sottolinea Smith, e ora anche il leader Badie. Insieme a lui è stato fermato il portavoce dell’Alleanza delle forze pro Morsi, Youssef Talaat, mentre uno dei portavoce della Fratellanza ha dichiarato che Badie “è solo uno dei membri della Fratellanza musulmana, la confraternita che è nel cuore di tutti gli egiziani che rifiutano il golpe militare”. Come nuovo leader temporaneo è stato nominato Mahmud Ezzat.
In questi giorni cade anche la scarcerazione del “Faraone” Mubarack e gli osservatori internazionali temono che queste congiunture facciano riesplodere gli scontri di piazza.