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Berlusconi giudicato dalla stampa: le prime pagine di oggi

La sentenza di condanna sul caso Mediaset monopolizza le prime pagine dei quotidiani di oggi. Il Giornale attacca: “Berlusconi, non è finita“, confermata la condanna a 4 anni con il “sibillino messaggio di Napolitano ai giudici: tradito anche lui?”. Nel suo editoriale Alessandro Sallusti certifica che “ci hanno messo 18 anni, ma alla fine lo hanno braccato. Con l’inganno, come ha ben spiegato nelle scorse ore il principe del Foro avvocato Franco Coppi, ma ce l’hanno fatta”. Mentre Vittorio Feltri ragiona su come si è decapitata la democrazia.

Il Corriere invece titola: Berlusconi condannato: ma resto in campo. “Questa condanna non va solo rispettata ma anche applicata e resa applicabile”. La reazione del segretario del Pd Guglielmo Epifani alla conferma in Cassazione della condanna di Silvio Berlusconi è dura. Epifani deve tenere compatto il partito e pur non volendo la caduta del governo deve cedere qualcosa alla parte più vicina a Vendola e ai grillini. Il leader dei Cinque Stelle infatti evoca “la caduta del muro di Berlino” come paragone per la giornata di ieri in Italia. Ora il Pd apre a tutti gli effetti la pratica dell’incandidabilità. L’ex magistrato Felice Casson non ha dubbi: “Solleverò la questione in giunta”. Il capo del governo, Enrico Letta, ha fatto appello a evitare “gli interessi di parte”, sulla falsariga di Giorgio Napolitano che ha chiesto “coesione” ma è consapevole che ora il governo rischia.

“Condannato il delinquente” attacca a gamba tesa Il Fatto Quotidiano, “il governo ormai è un morto che cammina”. Con due editoriali a supporto: Marco Travaglio sul “pregiudicato che cammina” e Antonio Padellaro che si chiede: “larghe intese con uno così?”. Repubblica punta sulle “conseguenze della verità” nel fondo del direttore Ezio Mauro, con l’analisi di Claudio Tito su “quel proclama eversivo” con riferimento al video messaggio diffuso da Berlusconi nelle ore immediatamente successive alla sentenza.

Più sottile Il Foglio, che titola: “Accanimento ad personam e viltà in una sola sentenza“. Dopo oltre sette ore di camera di consiglio, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni per frode fiscale inflitta a Silvio Berlusconi dalla Corte d’appello di Milano. Alla stessa Corte, la Cassazione ha rinviato l’onere di rideterminare la pena accessoria per il condannato, ovvero la durata dell’interdizione dai pubblici uffici. Per il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, “la pena principale è definitiva e subito eseguibile”. Con l’editoriale di Giuliano Ferrara in cui il direttore sottolinea che “saranno ore e giorni di forte tensione, ma chi è amico di Berlusconi, e soprattutto chi è amico di questo Paese in grave crisi, guarderà oltre e cercherà, si spera con prudenza istituzionale e con saggezza, di determinare nuove condizioni anche a partire dal fatto che la guerra dei vent’anni oggi ha fatto un prigioniero, il più notevole dei suoi protagonisti. Un prigioniero libero”.

Avvenire punta su una frase secca: “La condanna è definitiva”, con il fondo del direttore Marco Tarquinio in cui si auspica che prima venga l’Italia. “Prova cruciale ed essenziale ruolo del Cav”. Con due voci a supporto: Gugliemo Epifani che chiede di applicare la sentenza e Andrea Olivero che dice: “L’ex premier dimostri senso dello Stato”.

Il Manifesto sceglie “Cassato” con l’editoriale di Giuseppe Di Lello che fa riferimento ad una vittoria “alata”, mentre sul Sole 24 Ore spiccano due commenti: il rischio del “sasso che rotola a valle” di Stefano Folli e la priorità delle “urgenze dell’economia per ripartire” di Fabrizio Forquet.

twitter@FDepalo

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